Cultura, lettera di rabbia alla Puggioni: “Ci dia delle spiegazioni”

Le associazioni culturali scrivono all’assessore dopo la contestata proroga del bando per il finanziamento delle attività a Cagliari


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Continua la polemica sulla proroga del bando per il finanziamento delle attività culturali a Cagliari, comunicata esattamente a un’ora e mezza dallo scoccare del termine per la presentazione delle domande. Uno slittamento di una settimana che ha sollevato un polverone tra gli operatori culturali, ma anche in Consiglio comunale. Dopo tre giorni Franco Marzocchi, dei progetti Carpe Diem, scrive una lettera all’assessore alla Cultura, e non facendola arrivare nel suo ufficio ma semplicemente pubblicandola su facebook. “Assessore ci dia delle spiegazioni, e se ha sbagliato ammetta i suoi errori e modifichi gli atti”.

 

La lettera. “Assessore Puggioni, le scrivo perché non riesco a non esprimere il senso di incredulità prima e di indignazione poi che ho provato e provo dopo aver letto più volte ciò che lei ha comunicato tramite facebook agli operatori culturali. Non ritengo che la rete sia il miglior luogo dove poter praticare il confronto democratico ma visto che sono veramente poche le altre occasioni e le opportunità per dibattere apertamente fra cittadini e amministratori ho deciso di utilizzare anch’io questo sistema forse “improprio” ma spesso usato anche da lei e da altri responsabili dell’Amministrazione evidentemente perché considerato efficace per la condivisione di idee e opinioni. Dopo ben tre giorni di prese di posizione contrarie a quanto deciso dal Comune da parte di molti operatori e dell’Agis stessa e un’interrogazione in Consiglio in cui le si chiedevano , senza ottenerli, chiarimenti non ho letto una sua sola dichiarazione che non sia ancora quella in cui si scusa e si giustifica utilizzando un banale artificio come quello di definire quanto accaduto “una opportunità” e rimanda alle quattro scarne righe pubblicate nel sito del Comune. Chi le scrive, credo lo sappia, è un “operatore culturale” da quasi quarant’anni. Ciò vuol dire, nonostante risultati e gratificazioni personali, quarant’anni di precariato e di vita condizionata in parte dall’efficacia e bontà delle proprie azioni e , in gran parte, dalla buona o cattiva amministrazione pubblica, dalle scelte e dalla correttezza di questa. Ciò spiega quanto sia ormai bassa la mia soglia di tollerabilità di fronte all’approssimazione nella gestione della cosa pubblica. Quello che non le è chiaro e a cui,con le sue scarne parole, non da risposte è ciò che effettivamente chiedono a lei e all’amministrazione di Cagliari gli operatori culturali”.

 

Le richieste: “Vogliamo che lei ci dica se esiste e qual è la normativa nazionale o presente nel regolamento comunale a cui è stato fatto riferimento. Che citi la regola precisa che permette formalmente ad un dirigente di sottoscrivere ed a un segretario comunale di accettare la proroga del termine di presentazione delle domande il giorno stesso della scadenza ( addirittura a solo un’ora e venti prima dell’orario) di un Bando pubblicato con un anticipo di trentacinque giorni. Chiediamo che, nel caso la normativa non giustifichi e supporti la decisione della proroga, questa venga invalidata. Che siano evidenziate con precisione ed esattezza le richieste che lei cita nelle FAC e che, secondo Lei e il dirigente che ha sottoscritto l’atto, hanno giustificato tale proroga. Ma anche di spiegare perché la pratica della proroga all’ultimo giorno e a poche ore dal termine sia stata applicata per ben due volte in meno di un mese. E chiediamo, in nome della trasparenza, e per fugare possibili dubbi sulla possibilità che qualcuno sia stato favorito dalla proroga, che, nel caso il Comune non intenda annullare tale provvedimento, venga pubblicato nel sito istituzionale l’elenco di tutti i partecipanti al bando con l’indicazione del giorno di presentazione delle istanze. A queste domande e richieste vorremmo che desse risposte e indicazioni. Gli operatori non le chiedono di scusarsi e giustificarsi, anche perché chi ha responsabilità pubblica non dovrebbe ne scusarsi ne giustificarsi ma, invece, dare spiegazioni e nel caso di errori ammetterli e modificare comportamenti ed atti”.


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