Crollo dei trapianti in Sardegna: l’allarme in Regione

Truzzu, FdI: “Senza organizzazione si rischia il commissariamento”


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“Crollano i trapianti in Sardegna. Senza una rete regionale organizzata si rischia il commissariamento da parte del Centro nazionale”. È l’allarme di Paolo Truzzu, consigliere regionale di Fratelli d’Italia-An, lanciato in un’interrogazione diretta all’assessore della Sanita, Luigi Arru. La Sardegna, nel 2014, si è posizionata prima tra le Regioni del centro sud in materia di donazioni, prelievi e trapianti d’organi e tessuti, sopra la media nazionale nella speciale classifica generale, tanto da aver limitato al minimo i cosiddetti viaggi della speranza. Nei primi sei mesi del 2015 si è invece registrata una forte riduzione del numero dei trapianti, pari a 16 contro gli 80 complessivi dell’anno precedente.

“I buoni risultati degli anni passati – spiega Truzzu – sono stati raggiunti grazie alla generosità della famiglie, all’opera di sensibilizzazione delle associazioni dei malati ma anche grazie alla professionalità e al lavoro degli operatori sanitari, nonché grazie al mirabile lavoro di un coordinamento regionale delle attività di donazione e trapianto super collaudato e in vigore dal 2005. “Interrompere anche un solo giorno il lavoro di coordinamento di tutte le attività connesse alle donazioni, prelievi e trapianti d’organi e tessuti – continua – rischia di generare un forte disorientamento o corto circuito tra gli operatori interessati in questo processo che coinvolge numerose strutture ospedaliere e ancor più numerosi reparti”.

Preoccupante, secondo l’esponente di FdI, è il fatto che il calo dei trapianti sia causato, a detta degli esperti del settore: “da un lato da un notevole incremento delle opposizioni alla donazione da parte delle famiglie sarde, e dall’altro dalla sensibile diminuzione delle segnalazioni delle morti encefaliche da parte delle rianimazioni”.
Secondo Truzzu, serve quindi “una nuova e maggiore opera di sensibilizzazione rivolta alle famiglie sarde perché acconsentano a donare gli organi di un familiare deceduto, come estremo gesto di solidarietà umana. Ma serve, soprattutto, che l’intera rete dei trapianti in Sardegna sia gestita in maniera organizzata”. Non è stato ancora nominato, ad esempio, il nuovo Coordinatore del Centro regionale Trapianti, figura fondamentale perché mantiene i contatti con tutte le rianimazioni della Sardegna, con i vertici delle Asl e cura i rapporti col Centro nazionale Trapianti.
Truzzu chiede, pertanto, ad Arru, “i motivi per i quali non si è provveduto alla conferma o alla nuova nomina del Coordinatore regionale. Il rischio concreto, infatti, è che il Centro nazionale Trapianti decida per il commissariamento di quello sardo, come accaduto in altre Regioni italiane. E quali azioni l’Assessore voglia porre in essere per definire il modello organizzativo del Centro al fine di garantire una costante attività di sensibilizzazione e crescita delle donazioni, dei prelievi e dei trapianti”.


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