Crisi di governo, Salvini: “La maggioranza non c’è più, andiamo al voto”

Un’ora di colloquio tra Mattarella e il premier, nel pomeriggio anche Fico e la Casellati al Colle.  M5s: “Senza di noi tornano i tecnici, una follia”. Lega: “Inutile andare avanti tra no e rinvii”. Controreplica: “Siate chiari, dite cosa volete fare”


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La crisi di governo è sempre più vicina. Matteo Salvini è rimasto a colloquio per circa un’ora con il premier Giuseppe Conte a Palazzo Chigi dove è presente anche Luigi Di Maio (nel suo ufficio, non ha quindi partecipato all’incontro). La spaccatura nella maggioranza, quanto mai evidente, precipita all’ora di cena, con le parole di Salvini: “Restituiamo velocemente la parola agli elettori”. E ancora: “Inutile andare avanti a colpi di ‘no’ e di litigi, come nelle ultime settimane, gli Italiani hanno bisogno di certezze e di un governo che faccia, non di Signor No. Non vogliamo poltrone o ministri in più, non vogliamo rimpasti o governi tecnici: dopo questo governo (che ha fatto tante cose buone) ci sono solo le elezioni”. Fino ad allora c’era stato un ping-pong tra 5 stelle e Carroccio. “Senza di noi tornerebbero i tecnici, è una follia”, attaccano fonti del Movimento 5 Stelle. “L’unica alternativa a questo governo sono nuove elezioni”, ribatte la Lega in una nota. Così non si va avanti, ribadiscono dal Carroccio, confermando anche l’inamovibile ‘no’ a esecutivi non politici ed escludendo rimpasti. “La loro nota è incomprensibile, dicano chiaramente cosa vogliono fare – la controreplica dei pentastellati in una comunicazione ufficiale -. Siano chiari”. All’ora di pranzo Conte è salito al Quirinale da Sergio Mattarella per fare il punto della situazione. Un colloquio “informativo” di circa un’ora dove non si sarebbe parlato di apertura di crisi e tanto meno di dimissioni del premier. Nel pomeriggio al Colle sono stati ricevuti anche il presidente della Camera Roberto Fico e quello del Senato Maria Elisabetta Casellati. Entrambi, a quanto si apprende, per questioni legate al Decreto Sicurezza-bis.

 

Salvini: subito in Parlamento, poi il voto “L’ho ribadito oggi al Presidente Conte: andiamo subito in Parlamento per prendere atto che non c’è più una maggioranza, come evidente dal voto sulla Tav e dai ripetuti insulti a me e alla Lega da parte degli “alleati”, e restituiamo velocemente la parola agli elettori”, scrive Matteo Salvini in una nota. “Le vacanze non possono essere una scusa per perdere tempo e i parlamentari (a meno che non vogliano a tutti i costi salvare la poltrona) possono tornare a lavorare la settimana prossima, come fanno milioni di Italiani”, aggiunge. Di esecutivi tecnici il Carroccio non ne vuole sentire parlare. “L’Italia ha bisogno di certezze e di scelte coraggiose e condivise, inutile andare avanti fra no, rinvii, blocchi e litigi quotidiani – si legge in una nota ufficiale del Carroccio -. Ogni giorno che passa è un giorno perso, per noi l’unica alternativa a questo governo è ridare la parola agli italiani con nuove elezioni”. Neanche im’oretta prima Di Maio era uscito a bere un caffè: “Sono tranquillo, lavoro per l’Italia”, aveva detto. Prosegue la Lega: “C’è la consapevolezza e la presa d’atto che, dopo le tante cose buone fatte, da troppo tempo su temi fondamentali per il Paese come grandi opere, infrastrutture e sviluppo economico, shock fiscale, applicazione delle autonomie, energia, riforma della giustizia e rapporto con l’Europa tra Lega e 5 Stelle ci sono visioni differenti”. E “il voto di ieri sulla Tav ne è solo l’ultima, evidente, irrimediabile certificazione”. Su un possibile rimpasto la nota è chiara: “Mai chiesto né chiederemo poltrone, lontani da qualsiasi ipotesi” di questo genere. Secondo l’agenzia Adnkronos Matteo Salvini starebbe addirittura valutando di ritirare i ministri leghisti dal governo nel caso in cui Conte non dovesse lasciare a breve il suo incarico. Una voce che però il Carroccio smentisce. “Parliamo solo attraverso note e fonti ufficiali”, sottolineano da via Bellerio. Di Maio e il Movimento 5 Stelle Dopo il diktat di Salvini, Luigi Di Maio ha annullato tutti i suoi impegni di oggi in Emilia e si è presentato intorno alle 11 a Palazzo Chigi insieme ai capigruppo M5s di Camera e Senato Francesco D’Uva e Stefano Patuanelli. Una mattinata che è filata via apparentemente tranquilla, ciascuno nei propri uffici. Prima di arrivare nella sede dell’esecutivo, il vicepremier grillino è passato alla Camera per studiare insieme ai fedelissimi le possibili contromosse dopo la rottura della Lega. Tra i nodi da sciogliere quello del taglio dei parlamentari che arriva in ultima lettura dopo le ferie. Ed è proprio Di Maio che, su Facebook, ha spostato l’attenzione sulla scadenza. “Il 9 settembre taglieremo definitivamente 345 parlamentari – ha scritto -. Manca solo l’ultimo voto e mi auguro nessuno si tiri indietro all’ultimo minuto, sarebbe gravissimo”. Chiaro che, dovesse venir meno la maggioranza, salterebbe anche il varo del provvedimento. “Sarebbe un segnale al Paese. Il segnale di chi non vuol cambiare nulla”, ha aggiunto il vicepremier confessando di essere stanco dei “giochini di palazzo” che “non ci sono mai piaciuti e questo dibattito sulle poltrone inizia a stancarmi”. Perché “siamo andati al governo non per chiederle, ma per tagliarle. E lo abbiamo messo nero su bianco nel contratto, insieme alla Lega”. Intorno alle 19 DI Maio esce a bere un caffè in un bar: “Sono tranquillo, stiamo lavorando per il Paese. Ci sono dei colloqui in corso ma io sono pagato per lavorare per gli italiani”, sottolinea. A chi gli chiede di un’eventuale parlamentarizzazione della crisi, replica: “Non ragiono con i ‘se'”. Il Movimento 5 Stelle sembra quindi intenzionato a proseguire l’avventura di governo. “Per noi si va avanti – dice il viceministro dell’Economia, Laura Castelli -, c’è un contratto di governo”. E all’ora di pranzo fonti di Palazzo Chigi pentastellate alzano il tiro. “Chiunque oggi aprisse una crisi di governo, l’8 agosto, si assumerebbe la responsabilità di riportare in Italia un governo tecnico – sottolineano -. Sarebbe folle”.

 

Forza Italia e Pd Per il Pd “Salvini e Di Maio hanno fallito ma continuano con la farsa. Con i loro giochetti stanno tenendo il Paese impantanato. Sono degli irresponsabili. Almeno abbiano la decenza di fare chiarezza”. Lo dice il vicesegretario vicario dei dem, Andrea Orlando. “Vogliamo le elezioni non un Conte (chi?)-bis… com’era l’ultimatum ‘mi dimetto se litigate’ – scrive su Facebook Giorgio Mulè, deputato di Forza Italia e portavoce unico dei Gruppi di Camera e Senato -. ‬ Senza un premier, senza una linea politica, senza un programma credibile dove volete ancora andare?‬”. Borsa e spread Mentre Milano (Ftse Mib a +1,47% alla chiusura) si accoda ai rialzi delle Borse europee, ignorando le vicende di governo, si registra qualche tensione sullo spread. Che sale, ma non vertiginosamente. Il differenziale Btp-bund termina poco sotto i 210 punti base (209,5) dai 200 della chiusura di ieri e contro i 205 dell’apertura. Il rendimento del decennale avanza all’1,536%. Il rendimento del Bund decennale si attesta a -0,558%, dopo aver segnato ieri un nuovo record a -0,610%. Secondo fonti di mercato una potenziale crisi dell’esecutivo sta iniziando ad avere un impatto sul differenziale di rendimento. Ma a pesareè anche – riferiscono le stesse fonti di mercato – l’attesa per la decisione dell’agenzia di rating Fitch, che domani dovrebbe rivedere il suo rating sovrano sull’Italia.

 

dal nostro giornale partner Quotidiano.net


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