Covid e bollette killer, a Cagliari chiude lo storico panificio di Castello: “Impossibile andare avanti”

In via Lamarmora si spegne l’insegna della panetteria di Simone D’Angiolella e della compagna Elena: “Due anni col virus, poi un incendio. Prezzi mai aumentati ai pochi clienti, in compenso abbiamo pagato di più tutte le forniture: il rione è ancora morto”


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Ultime rosette e sfilatini per il forno più antico del rione di Castello a Cagliari, quello di via Lamarmora. Negli ultimi 15 anni da Simone D’Angiolella e dalla compagna Elena Ghironi e, dal primo luglio, sarà spento. E un’altra insegna del commercio del capoluogo sardo si spegnerà, bastonata dai due anni di Covid e dalle bollette, ormai alle stelle. Le sveglie prima dell’alba per il 45enne e la 42enne termineranno nel pieno dell’estate. La decisione è stata presa, con tanto di messaggio ufficiale su Facebook: “Non avremmo mai voluto scrivere queste frasi, ora però è proprio inevitabile farlo. È con dolore nel cuore che vi comunichiamo che dal primo luglio il panificio storico di Castello abbasserà le sue serrande. Svariati sono i motivi, purtroppo: tante cadute, tante persone sbagliate hanno incrociato il nostro cammino, rendendolo difficile, troppo difficile. Sperando che possa tornare a splendere il sereno anche per noi, cogliamo l’occasione per ringraziarvi tutti, veramente tutti, dal cliente più simpatico a quello più brontolone. Grazie per non averci abbandonato. Grazie per aver creduto in noi. Grazie per l’affetto che ci avete dimostrato. Grazie perché ognuno di voi ci lascia un ricordo indelebile, come indelebili resteranno tutti questi anni passati con voi. A si biri, amici di Castello”. Un addio strappalacrime, ma dietro la chiusura di un’attività commerciale ci sono tanti motivi.
A elencarli è proprio Simone D’Angiolella: “I due anni del Covid sono stati difficili, da poco c’è stato un incendio nel panificio e nessuno ci ha aiutato, tanto meno le istituzioni. Le persone del rione hanno tifato per noi, in realtà non sapevo nemmeno se sarei stato in grado di ripartire”. C’è riuscito, ma solo parzialmente e per un breve periodo, il 45enne. “Ho tenuto i prezzi normali, fermi, però sono aumentate le mie spese”, dice, mentre guarda sul calendario i giorni che rimangono prima dell’addio al forno di via Lamarmora. “Troppe cose che non sono andate, nell’ultimo periodo, troppi problemi. Ho ancora il problema di fare arrivare sin qui i furgoni con i rifornimenti. E Castello è ancora un rione morto, non valorizzato. Gli affari non sono mai calati tanto, ma la crisi ha colpito anche noi”. Difficile reinventarsi a quarantacinque anni, con l’unica consolazione che si lascia un locale preso in affitto, e che quindi ci saranno meno rogne burocratiche: “Io e la mia compagna cercheremo di rimetterci al lavoro”, osserva il panettiere. In un’altra zona di Cagliari o direttamente fuori città, ovviamente. E cercando di dimenticarsi presto di quel rione che ha regalato, alla coppia di commercianti, più smorfie che sorrisi.


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