“Così noi giovani di San Michele piangiamo Omar, il ragazzo che voleva rendere bello il suo quartiere”

Il bellissimo e commovente ricordo di Omar Podda scritto da un ragazzo di San Michele: Aveva lottato a modo suo, per fare conoscere San Michele “fuori dal ghetto”, e lo aveva fatto col calcio e con gli amici con cui era cresciuto e dai quali non si era mai separato. Era sempre sorridente, ma dietro quel sorriso, nascondeva la rabbia di chi cerca e vuole riscatto”


Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp

Non so se quanto scriverò verrà pubblicato o meno, ma io ci provo lo stesso. È notizia di pochi giorni fa, la scomparsa di un giovane molto noto nel quartiere di San Michele ,Omar Podda. Credo che a parte le lacrime di amici e parenti o di chiunque l’abbia conosciuto ,merita una citazione per ciò che ha fatto durante Ia sua breve vita. Questo ragazzo infatti ha contribuito a cercare di migliorare la vita del quartiere. Lo ha fatto a modo suo, a volte sbagliando e non dando la vera immagine di sé. Sfacciato e sfrontato, a tratti eccentrico e scontroso e alle volte fin troppo spaccone ,in realtà possedeva un cuore d’oro. Lo stesso cuore che ha ceduto di battere quel giorno. Aveva lottato a modo suo, per fare conoscere San Michele “fuori dal ghetto”, e lo aveva fatto col calcio e con gli amici con cui era cresciuto e dai quali non si era mai separato. Era sempre sorridente, ma dietro quel sorriso, nascondeva la rabbia di chi cerca e vuole riscatto. Regalava una buona parola a tutti e quando sbagliava sapeva prendersi le sue responsabilità.

Il circolo the presidente era la sua seconda casa, ed era lì che trovava forza e ispirazione per combattere le sue battaglie. Le battaglie per gridare a tutti che San Michele non è solo droga, delinquenza e degrado,ma anche un posto dove solo chi ci ha vissuto può capire. Un territorio nel territorio, troppo spesso abbandonato dalle istituzioni. Lui quel posto non lo ha mai abbandonato,ed era un figlio del quartiere come pochi. Il dolore più grande era la sua grande fragilità emotiva che aveva , seppur cercava di nascondere dietro a quel suo “atteggiamento”. Ha dato tanto con il suo esempio, ha gridato il dolore di tanti giovani del posto ,e ha segnato una generazione difficile. Sperava in un quartiere migliore pronto a fare il grande salto verso un futuro migliore, ma ci ha lasciati prima che tutto ciò potesse accadere. Ecco io spero che attraverso il suo ricordo, tanti giovani possano unirsi in iniziative di ogni genere,dallo sport ,al lavoro ai gesti più semplici, che però possano restituire a San Michele la dignità che merita. Perché come diceva lui non è solo droga,sesso ma ci sono tante brave persone ,ed è ora che facciano sentire la loro voce. Ecco Omar era tutto questo, ma soprattutto era un grido disperato e un appello a non voler abbandonare un intero quartiere a sé stesso e alle sue difficoltà. Che possa riposare in pace e che il suo ricordo possa contribuire a migliorare la vita di un luogo troppe volte incompreso e ignorato e che invece meriterebbe più riguardo da chi di dovere.

Alessio Sias


In questo articolo: