Coronavirus, sos a Cagliari: “Subito tamponi a pazienti e operatori della Dialisi del Ss. Trinità”

L’ospedale è diventato un “punto Covid-19”, l’sos di chi deve fare la dialisi a Is Mirrionis: “Se i pazienti non saranno controllati dovranno rinunciare alla terapia salvavita”


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Una richiesta urgente di tamponi da eseguire “sui pazienti dializzati e sul personale sanitario dalla dialisi dell’ospedale Santissima Trinità di Cagliari”. A farla, con tanto di lettera indirizzata al direttore sanitario Sergio Marraccini, all’assessore regionale Mario Nieddu, al direttore sanitario dell’Assl Maurizio Locci, al commissario straordinario dell’Ats Sardegna Giorgio Steri, al responsabile della Dialisi Stefano Murtas, alla coordinatrice del Centro Dialisi Ileana Boi e a tutti i pazienti è l’Asnet, associazione presieduta da Giuseppe Canu: “Abbiamo ricevuto innumerevoli solleciti dei pazienti e del personale sanitario, ci uniamo alla loro preoccupazione che è quella di tutto il personale impegnato nelle attività di contrasto all’epidemia di Coronavirus. L’ospedale è stato designato come ‘punto Covid-19’, diventando così un punto di riferimento per la lotta a questa pandemia di carattere mondiale. Chiediamo con estrema urgenza l’effettuazione a tutti i pazienti e al personale sanitario e del centro dialisi del tampone naso-faringeo per rilevare l’eventuale positività o meno al virus dei soggetti che quotidianamente lavorano o effettuano il trattamento dialitico in quel reparto, in quello delle Malattie Infettive e della Rianimazione”.

“Da circa due mesi, il personale infermieristico e medico è stato impegnato con tutti i pazienti che sono pervenuti nei reparti su indicati per effettuare il trattamento dialitico. Tale esame deve essere ripetuto dopo il decimo giorno per garantire la riconferma del test precedente, permettendo a tutto il personale di lavorare in sicurezza e serenità senza che vi sia il dubbio da parte loro di essere causa di contagio per i loro colleghi di reparto e per i pazienti, che già versano in condizioni cliniche non ottimali, in considerazione del fatto che la terapia dialitica, causa un sensibile calo delle difese immunitarie; sono stato informato dai pazienti che, se non avranno la garanzia dell’ effettivo controllo in tempi brevi, saranno costretti a rinunciare alla dialisi, considerando che per circa 155 giorni all’anno devono presentarsi in ospedale per fare la dialisi che è una terapia salvavita della durata di 4 ore”.


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