Cormorani uccisi a centinaia nell’oristanese, LIPU: “Scenario inutile”

L’uccisione è – secondo la LIPU – il frutto di una campagna d’odio portata avanti da una minoranza sindacale


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Di Gabriele Pinna, portavoce LIPU Oristano

 

Sono in corso le previste uccisioni dei cormorani negli stagni dell’oristanese.

Lo scenario che si presenta è quello di numerosi individui morti che purtroppo galleggiano sulla superficie dell’acqua e altri che, feriti, tentano una improbabile sopravvivenza sui bordi degli stagni e negli isolotti.

Le altre specie sono fortemente spaventate dagli spari: si allarmano continuamente e si alzano in volo spostandosi da una parte all’altra. Tutto questo all’interno di siti di importanza internazionale.

Gli abbattimenti effettuati negli anni passati non hanno portato a risultati apprezzabili: non ne hanno ridotto il numero in quanto i cormorani uccisi sono stati rimpiazzati da altri individui attratti dai ricchi siti di alimentazione e la produzione ittica sembra non abbia avuto reali incrementi.

Il problema va affrontato seriamente in modo scientifico e sistematico , come abbiamo affermato più volte. Si deve quantificare la biomassa predata e lo stock ittico con un periodico monitoraggio dello stato delle risorse. Il tutto viene invece risolto con l’inutile uccisione di centinaia di uccelli per rispondere alla campagna d’odio portata avanti da una minoranza sindacale. I pescatori di Santa Gilla rifiutano l’abbattimento in quanto “non porterà nessun giovamento all’economia delle lagune”.

Negli anni ottanta (del 1900) i pescatori chiesero l’apertura di bocche a mare negli stagni per aumentare la produzione ittica, di conseguenza gli stagni d’acqua dolce si trasformarono ben presto in stagni salmastri. Ciò provocò una radicale modifica della vegetazione con la scomparsa delle fasce perimetrale a canneto dove, come affermano i vecchi pescatori, il pesce trovava protezione dai predatori.

Ricordiamo infine che in un documento pubblico del Comune di Cabras il relatore afferma che: ”lo stagno di Cabras, un tempo il più pescoso della Sardegna, mostra un notevole decremento della produttività imputabile alla mancanza di una regolamentazione della pesca e di una adeguata manutenzione”. Come abbiamo documentato di recente, con un dossier sui rifiuti, parti del perimetro dello stagno di Cabras sono una discarica e, purtroppo, molti rifiuti sono legati all’attività della pesca: contenitori in polistirolo, vecchie reti abbandonate, avanzi di prodotti ittici.

Un rappresentante regionale di un’ associazione del settore pesca ha dichiarato che l’abbattimento dei cormorani non può essere visto come l’unica strada percorribile, anche se sembra la più facile. E noi siamo d’accordo con lui.


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