“Climatizzatori guasti all’Oncologigo, caldo torrido durante la chemio: siamo a Cagliari o nel Burundi?”

Le cure contro un tumore che diventano ancora più pesanti e intollerabili. Stefano Locci, 67 anni: “Niente aria fresca, abbiamo dovuto aprire le finestre per respirare. Ma è mai possibile che non ci siano le risorse per ripristinare l’impianto? Ho saputo che è così anche in inverno e che i medici devono dare le coperte ai pazienti”


Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp

Il termostato segna ventinove gradi, da sopra la porta non arriva nemmeno un filo d’aria fresca. All’Oncologico di Cagliari “i climatizzatori sono guasti. Funziona solo quello della sala d’attesa, nelle camere dove vengono fatti i trattamenti chemioterapici si muore, invece, dal caldo”. A denunciare il fatto è Stefano Locci, 67enne cagliaritano, in lotta contro un brutto male da qualche mese. Oggi ha dovuto sudare ben più delle proverbiali sette camicie: “Mi stavo sentendo male per colpa del caldo torrido, io e gli altri pazienti delle altre stanze abbiamo dovuto aprire le finestre. So che ci sono segnalazioni da anni, è stato tirato in ballo anche il Tribunale del malato, ma non è cambiato nulla”, lamenta Locci. “I soffiatori sopra le porte non funzionano, penso sia facilmente immaginabile cosa significhi dover restare fermi per ore, durante le terapia, e subire il caldo”. E il sessantasettenne riconosce che “è un dramma sia per noi pazienti, sia per tutto il personale sanitario”.
“In inverno ho saputo che, addirittura, ai malati vengono fornite le coperte per proteggersi dal freddo. Ma è mai possibile che non ci siano le risorse per ripristinare l’impianto? La situazione è davvero vergognosa, qui c’è in gioco il benessere di persone che sono già abbastanza impegnate a lottare per la propria salute”.


In questo articolo: