Si addensano le nubi sul parco di “Gutturu Mannu”.
Quanto accaduto lo scorso anno alla vigilia dell’apertura della “caccia grossa” nei Comuni di Capoterra e Pula, dove due partecipatissime assemblee avevano messo nel mirino l’istituzione del parco , fungeva solo da premessa a ciò che sarebbe accaduto oggi, a pochi mesi dell’apertura della caccia.
Ma non è solo la pratica venatoria a preoccupare i cittadini, in quanto i vincoli riguardano anche tutti i cittadini che in maniera e modi differenti hanno sempre fruito delle loro montagne.
Cercatori di funghi, pastori, ciclisti, motociclisti e semplici escursionisti temono che le restrizioni imposte dalle normative sulle aree protette possano interessare e vincolare ulteriormente la fruizione dei loro territori. Gli incontri e le riunioni avvenuti questi mesi hanno di fatto evidenziato quanto contenuto nelle normative sulle aree protette.
“Attualmente non abbiamo ancora costituito alcun movimento “antiparco”, ma per quanto riguarda Pula è stata istituita un’associazione di tutela rurale” commenta Emanuele Farneti portavoce della stessa “nei prossimi giorni incontreremo i rappresentanti delle associazioni degli altri comuni, solo allora unitariamente decideremo che percorso intraprendere. Una cosa però è certa per quanto ci riguarda è necessaria perlomeno un’adeguata riperimetrazione”.
Insomma nuvoloni tempestosi si addensano sul parco di “Gutturu Mannu” e le parole di Farneti non escludono la futura nascita di un vero e proprio movimento antiparco, sulla falsa riga di quello del Gennargentu. Si vocifera addirittura di un referendum, di assemblee pubbliche e petizioni per sottolineare il reale distacco delle comunità da questa iniziativa. Del resto anche Pietro Frongia, cacciatore di Capoterra, sottolinea l’unità d’intenti delle comunità. “Andremo avanti sin quando non saremo di nuovo padroni delle nostre montagne” afferma il consigliere comunale neo eletto, che prosegue “ in tanti sono pronti a sostenere la nostra battaglia aldilà dell’appartenenza politica e associativa”.
Su facebook intanto è nata la pagina “Cacciatori del Gutturu Mannu” dove non compare il termine antiparco ma che al tempo stesso rilancia le medesime problematiche evidenziate in passato nel centro Sardegna e in alcune parti d’Italia.
Se venti di maestrale spazzeranno via questi nuvoloni non possiamo saperlo, siamo però certi che il parco di “Gutturu Mannu” sarà presto oggetto di ulteriori attenzioni, del resto il gran numero di cacciatori, e non solo, residenti nell’area interessata non potranno di certo passare inosservati agli occhi della politica regionale.