
La crisi di mezza estate del governo Draghi è innescata dai 5 Stelle nel tardo pomeriggio alla Camera, dove il movimento, o quel che ne resta, ha deciso di non votare il decreto legge Aiuti. Conte, alla spasmodica ricerca della strada per riconquistare voti e consensi, sta tentando la strada del boicottaggio dall’interno. Un metodo che però non piace a nessuno degli altri partiti in maggioranza. Renzi, nemico politico giurato dell’avvocato degli italiani, come al solito non le manda a dire. “Il governo può andare avanti sena i Cinquestelle”, dice. Forza Italia e Lega chiedono una immediata verifica di maggioranza, sia sulla questione pentastellati che su questioni come ius scholae e cannabis, parlando di inaccettabile logica ricattatoria. Di Maio dice che una crisi di governo ora sarebbe un disastro, più per se stesso in realtà, mentre il Pd esclude ogni ipotesi di un Draghi bis.
Immediata la reazione di Draghi, salito al Quirinale da Mattarella per analizzare la situazione e decidere se aprire una più volte minacciata crisi balneare.