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“La città di Cagliari sembra quasi aver dimenticato il rilievo religioso e identitario del culto di Sant’Agostino, le cui spoglie mortali sono state ospitate per quasi due secoli dalla nostra città”. Insieme al coordinatore cittadino Alessandro Palomba, lo sostengono il parlamentare dei Riformatori Pierpaolo Vargiu e i consiglieri comunali Giorgio Angius e Raffaele Onnis che hanno presentato un’interrogazione urgente si al Ministero dell’Interno, che al Sindaco di Cagliari.
LA STORIA DIMENTICATA. “L’accesso alla cappella ipogeica di Sant’Agostino Vecchio è occultato nell’androne del civico 12 del Largo Carlo Felice, nel palazzo Accardo di proprietà del Comune, per cui l’altare marmoreo della marchesa Brondo e la fonte di acque miracolose sono praticamente inaccessibili. Per Sant’Agostino Nuovo – proseguono i Riformatori – è sufficiente ascoltare le grida di dolore del rettore, don Vincenzo Fois, che ha dedicato la vita a cercare di rimediare alla stato di abbandono della Chiesa e dell’immenso patrimonio artistico (in parte depredato) in essa contenuto”.
“Il recupero fisico, artistico, religioso e identitario del culto agostiniano cagliaritano e dei suoi luoghi di riferimento, comprese le terme romane sottostanti il pavimento della chiesa nuova – concludono i Riformatori – non è dunque soltanto un debito verso la memoria storica della nostra comunità, ma anche un’occasione irripetibile per restituire a Cagliari tesori artistici e percorsi culturali in grado di fornire opportunità di sviluppo economico di cui abbiamo bisogno quanto dell’aria che respiriamo!”