Ha chiesto alla sorella di accompagnarla in auto sino a Cagliari, città nella quale lavora come badante da ottobre 2019. Lungo il tragitto, però, in viale Marconi, Clara e Sarah Onnis, la prima badante e la seconda lavoratrice di call center, sono state fermate dalla polizia Municipale. Gli agenti, alle 17:20, hanno appurato che si stavano spostando da un Comune all’altro e, dopo aver scritto nel verbale che il viaggio, viste le chiare regole legate al Coronavirus, stava avvenendo in “assenza di comprovata necessità”, hanno staccato una multa da 533 euro (“solo” 373,34 euro se la paga entro un mese) a Sarah, al volante della Fiat 500. Tutto, doveroso dirlo, rispettando la legge: è infatti vietato accompagnare un’altra persona, anche se è un parente, sino al luogo di lavoro. “Ho chiesto a mia sorella di accompagnarmi in auto perché seguo una signora di 94 anni, aiutandola in tutto. La lavo e le do da mangiare. Non me la sono sentita di prendere il pullman, a bordo c c’è troppa gente senza mascherine e tremo all’idea di restare contagiata e, eventualmente, trasmettere il virus all’anziana”. E c’è di più. Stando a quanto racconta la 34enne, ” sia io sia mia sorella avevamo l’autocertificazione, oltre ai fogli dell’Inps della mia assicurazione come badante”.
Clara Onnis cerca, per quanto “smentita” dalla legge, di far valere le sue ragioni: “Nei giorni scorsi mia sorella è stata fermata a Quartu dagli agenti e, quando ha spiegato che stava andando a riprendermi dal lavoro, le hanno detto che era tutto ok. Ieri, però, gli agenti della Municipale di Cagliari mi hanno detto che avrei dovuto viaggiare sui bus senza paura perché sono sanificati e che, al massimo, mia sorella sarebbe potuta venire sino a Cagliari a riprendermi a fine turno, dopo le 21. Abbiamo già parlato con l’avvocato per capire se sei tanto per poter fare ricorso, secondo me la multa è ingiusta. Tuttavia, più che per i soldi da pagare, spero che il Governo o chi di competenza trovino il modo di garantire gli spostamenti di chi, come me, svolge il lavoro di badante”. Le sorelle si sono già rivolte all’avvocatessa Giulia lai, del foro di Cagliari.