Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp
Mentre simpatici turisti bivaccano allegramente sulle tutelatissime dune di Chia, il chiosco permane incastrato fra battigia marina davanti all’isolotto di Su Giudeu e le dune stesse.
Com’è noto, la fascia dei 5 metri dalla battigia marina dev’essere libera per consentire il transito di tutti – italiani e stranieri – che vogliano beneficiare della spiaggia, così come le dune e una fascia di almeno 5 metri dalla loro base dev’essere libera e non deve far parte di concessioni demaniali per salvaguardare un ambiente naturale unico e straordinario.
Siamo in area tutelata con specifico vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) e nel sito di importanza comunitaria (SIC) “Stangioni de su Sali e di Chia” (ITB04235) ai sensi della direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali (esecutiva con D.P.R. n. 357/1997 e s.m.i.).
Le normative vigenti sono molto chiare in proposito (l’art. 3, comma 1°, lettera c, delladeterminazione D.G. Enti locali e Finanze della Regione autonoma della Sardegna n. 1113 del 20 maggio 2019, ordinanza balneare annuale regionale 2019, e l’art. 21 delle ‘Linee Guida per la predisposizione del Piano di Utilizzo dei Litorali con finalità turistico ricreativa’, deliberazione Giunta regionale 10/28 del 17 marzo 2015).
Ma sulla spiaggia di Chia – Su Giudeu, litorale di Domus de Maria (SU) un bel chiosco per servizi balneari installato per la stagione estiva fa quasi da muro per i bagnanti, alla faccia della fruizione pubblica del demanio marittimo.
L’associazione ecologista Gruppo d’intervento Giuridico onlus ha inoltrato (6 luglio 2019) una specifica istanza di accesso civico, informazioni ambientali e adozione di provvedimenti per verificare la legittimità o meno del posizionamento della struttura.
Coinvolti i Ministeri dell’ambiente e dei beni e attività culturali, la Regione autonoma della Sardegna, il Comune di Domus de Maria, il Corpo forestale e di vigilanza ambientale, la Guardia costiera.
Il Comune di Domus de Maria ha prontamente risposto (nota prot. n. 7402 del 10 luglio 2019): il chiosco con servizi balneari venne autorizzato con due concessioni demaniali marittime (n. 170 del 24 maggio 2000 e n. 98 del 23 luglio 2001), poi “unificate” con la determinazione Direzione Serv. centrale Demanio e Patrimonio della Regione autonoma della Sardegna n. 661/D del 20 maggio 2004 per mq. 1213,50 (mq. 882 superficie scoperta + mq. 331,50 superficie scoperta). Infine, con provvedimento unico SUAPE Domus de Maria n. 8494 del 12 settembre 2017, la concessione demaniale (sempre foglio 306, mappale 50 parte) con lo stabilimento balneare è stata rinnovata, con autorizzazione paesaggistica esplicita della Soprintendenza cagliaritana per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio (nota prot. n. 9528 dell’11 maggio 2017).
Il Corpo forestale e di vigilanza ambientale ha analogamente risposto (nota prot. n. 49489 del 17 luglio 2019), comunicando che “altri competenti Organi di polizia hanno effettuato gli accertamenti richiesti”, dei quali s’attendono gli esiti. Ha, inoltre, inviato il parere Servizio Valutazioni Ambientali (S.V.A.) della Regione autonoma della Sardegna n. 7618 del 12 aprile 2017 conclusivo della procedura di verifica di assoggettabilità a valutazione di incidenza ambientale: l’esito è stato positivo (non è stato dato corso alla più complessa procedura di valutazione di incidenza ambientale), fra le altre a condizione che “tutte le strutture” fossero “posizionate ad una distanza minima di 3 m dalla staccionata che delimita le dune; non è consentito occupare neanche temporaneamente lo spazio fra strutture balneari e staccionata”.
Unico dettaglio: il chiosco sorge a due passi dal mare, alla base delle dune.
La fascia di rispetto di 5 metri dalla battigia marina e di 5 metri dal piede delle dune è rispettata?
E’ troppo chiedere puntuali controlli in proposito?
Trent’anni fa crollò il muro di Berlino, almeno si sposterà il chiosco-muro di Chia?
E qualcuno fra i tanti difensori istituzionali (Comune, Corpo forestale e di vigilanza ambientale, Guardia costiera, ecc.) interverrà prontamente per cacciar via e sanzionare quei buontemponiche bivaccano sulle dune?
Stefano Deliperi per il Gruppo d’intervento Giuridico onlus