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di Antonello Gregorini
Da quando era un paradiso quasi incontaminato, ma anche sfregiato di continuo, Chia è cambiata tanto.
Trenta anni fa campeggiavamo sulle dune (vietato e dannoso) assolvendo le nostre esigenze fisiologiche fra i ginepri e scivolando per gioco facendo franare giù la sabbia (vietato e dannoso), asportando così i giunchi e gli arbusti che consentivano all’ammasso di sedimenti di stare in piedi e di continuare a contenere la spiaggia e la marea.
Allora si parcheggiava tutti dentro le piccole lagune, proprio dentro, dove l’acqua e il fango, ritirandosi e seccandosi, nella stagione calda, lasciavano un pavimento ben solido. Qualcuno più sportivo e spiritoso degli altri, a volte, ci lasciava la macchina, nel senso che si avventurava fra le sabbie mobili, ancora non asciutte, e finiva aspirato un metro a fondo (beni fattu!). Il problema e l’impatto ambientale di tutto ciò è intuibile anche per il profano: Le dune si disfacevano e le lagune diventavano putride anche di olii o polveri da ferodi e gomme di copertoni.
Oggi la situazione è migliorata. Il comune ha realizzato delle aree parcheggio organizzate, a pagamento e in concessione, e ha chiuso le zone più sensibili alla presenza e all’azione umana. Sulle dune, chiuse all’accesso, hanno steso delle reti di protezione e consolidamento e innescato delle zone a giunchi, da cui dovrebbe ripartire la flora che bloccherà l’erosione che era in corso.
Nella laguna di S’acqua Durci, di fronte a l’isolotto di Su Giudeu sono tornati i fenicotteri e lo spettacolo offerto vale la trasferta : un paradiso e un paesaggio unici.
Tuttavia devo segnare un appunto, anzi due. Laddove di fianco alla passerella lignea ai bordi della piccola laguna dove la gente diligentemente si incolonna per accedere alla spiaggia, tracce di copertoni segnano una pista che continua sino alla spiaggia o gira intorno allo specchio d’acqua verso l’area camper. I parcheggi inoltre non sono gestiti da nessuno, per cui è il caos, e la gente già inizia a essere più anarchica.
Riguardo le macchine in spiaggia ho indagato, fotografato e appurato che si tratta dei fuoristrada dei concessionari dei chioschi e dei servizi di spiaggia. Stanno lavorando, in sostanza, e usano la pista per portare materiali e vivande alle loro attività. Certo si può evitare anche questo ma, in un tale momento di crisi e di mancanza di lavoro, non ho davvero il cuore di segnalarne la presenza.
Sarà per la prossima volta