Chia, stop alla colletta per l’acquisto delle dune. Gli ambientalisti restituiscono i soldi. Il tutto per un complicato pasticcio burocratico all’italiana. Il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus è intervenuto tempestivamente per evitare che una parte delle dune e del litorale di Chia fossero acquistati da un gruppo immobiliare straniero con il rischio di sottrazione alla vocazione della salvaguardia ambientale e della fruizione pubblica.
L’obiettivo, manifestato in modo ampio e pubblicamente, risiede nella perpetua salvaguardia ambientale del complesso dunale e nel mantenimento, anch’esso perpetuo, del libero accesso alla spiaggia.
Così il 19 dicembre 2018 l’Associazione ha stipulato un contratto preliminare di compravendita di una quota parte corrispondente al 42,174% (4 ettari circa) di proprietà indivisa estesa 9,5 ettari circa sul litorale di Chia (dune di Chia – Su Giudeu) e ha versato 30 mila euro di fondi propri al promissario venditore. Del detto terreno ne ha ottenuto il possesso, naturalmente pro quota.
L’operazione e l’obiettivo hanno avuto una straordinaria condivisione popolare, manifestatasi anche attraverso il conferimento di numerosissimi contributi in denaro per l’acquisto dell’area (complessivamente più di 80 mila euro).
In previsione della stipula del contratto definitivo di compravendita, l’Associazione ha ritenuto opportuno essere ancor più diligente e garantire al meglio – oltre le visure notarili di legge – la bontà dell’operazione. E’ stato, quindi, effettuato un accesso agli atti presso la Capitaneria di Porto di Cagliari e l’Agenzia del Demanio, permettendo così di scoprire un’autentica situazione all’italiana.
Infatti, da risposta della Capitaneria di Porto di Cagliari – Servizio Demanio, Contenzioso e Polizia marittima del 5 febbraio 2019 e da successiva approfondita interlocuzione diretta, è stato possibile verificare l’esistenza del provvedimento di delimitazione demaniale del 14 febbraio 2001 approvato nel 27 dicembre 2001, includente l’area dunale nel demanio marittimo: il provvedimento non è mai stato reso pubblico, perché non oggetto delle necessarie trascrizioni nei registri immobiliari e accatastamento (tuttora risultano otto proprietari privati) e, soprattutto, non è mai stato riportato – come dovuto – nel sistema informativo SID – Il Portale del Mare, il registro ufficiale del demanio marittimo[1].
Chi doveva curare queste necessarie operazioni?
“Lo dice chiaramente”, spiega Stefano Deliperi del Grig, “la circolare M.I.T. – Agenzia del Demanio – Agenzia del Territorio prot. n. M_TRA/DINFR 2592 del 4 marzo 2008: “gli aggiornamenti del territorio derivanti dalle procedure di sdemanializzazione, demanializzazione e demilitazioni, sono inviati, nel rispetto della normativa e prassi catastale dall’Agenzia del demanio all’Agenzia del territorio, che attraverso il Sistema di interscambio li invia al S.I.D. per i beni demaniali marittimi e per le particelle frontiste. Sarà compito dell’Agenzia del Demanio occuparsi della necessaria volturazione presso l’Agenzia del territorio”.
Non solo, ben due sentenze (sentenza Corte App. Cagliari, Sez. II, 12 gennaio 2016, n. 12; sentenza Trib. Cagliari n. 2293 del 2007) hanno deciso sulla proprietà privata dell’area, mentre il Comune di Domus de Maria rilasciava il certificato di destinazione urbanistica n. 31 del 20 agosto 2018 al promissario venditore qualificandolo “proprietario”.
Inoltre, sono emerse evidenti carenze nella procedura di delimitazione demaniale del 2001 (avviata su richiesta di un concessionario demaniale), non essendo stati coinvolti tutti i proprietari dell’area, con intuitiva lesione dei rispettivi interessi.
Il demanio marittimo è parte del demanio pubblico necessario ed è costituito dal lido del mare, dalla spiaggia e dall’arenile.
Lido del mare e spiaggia sono categorie di beni demaniali previsti dalla legge (artt. 822 cod. civ. e 28 cod. nav.)[2], mentre l’arenile è concetto frutto di elaborazione giurisprudenziale.
Le dune non rientrano necessariamente nel demanio marittimo e, in base all’analisi del sistema informativo SID – Il Portale del Mare (a questo punto, per quanto possa essere affidabile) in nessun altro caso in Sardegna i complessi dunali sono integralmente parte del demanio marittimo, da Porto sa Ruxi (Villasimius) a Badesi (dove è stato ampiamente edificato), da Maria Pia (Alghero) a Piscinas (Arbus), da La Caletta (Carloforte, in parte edificate) a Porto Ferro (Sassari).
Infatti, queste sono le definizioni provenienti dall’orientamento giurisprudenziale dominante
* lido del mare: zona di riva bagnata dalle acque, sino al punto che può essere coperto da mareggiate ordinarie, sia estive che invernali, escluse quelle dei momenti di tempesta(compresi scogliere, gli scogli, i massi scogliosi, le dighe naturali, i promontori e le punte);
* spiaggia: tratti di terra prossimi al mare, che siano sottoposti anche alle mareggiate straordinarie invernali;
* arenile: tratti di terraferma “relitti” del naturale ritirarsi delle acque che può restare idoneo ai pubblici usi del mare (accesso, approdo, tirata in secco dei natanti, operazioni attinenti alla pesca da terra, ecc.).
Le dune non fanno parte di alcuna di queste categorie, ma, essendo un’Associazione ecologista e valutando comunque una forma positiva di tutela l’appartenenza seppure contestabile al demanio marittimo, nonostante reiterati passati utilizzi impropri, il GrIG non ritiene di esperire azioni legali in proposito.
L’Associazione ha soprasseduto alla stipula del contratto definitivo di compravendita e sta provvedendo a diffidare il promissario venditore affinchè risolva definitivamente la titolarità dell’area dunale con le Autorità demaniali.
Naturalmente fin da subito l’Associazione si è impegnata a rimborsare i contributi generosamente offerti, contattando singolarmente i sottoscrittori.
Il grande sostegno popolare per la salvaguardia delle dune di Chia ci conforta e ci spinge in ogni caso a ogni azione che vada nella direzione dell’assoluta tutela e del mantenimento della fruizione pubblica”.