“Cercasi bambini a Cagliari per lanciare bombe a mano contro Gesù”

Lo strano bando della polemica a Sardegna Teatro: si cercano bambini cagliaritani tra gli 8 e i 12 anni per fare le comparse in uno spettacolo. Dovranno lanciare finte bombe a mano e granate contro un ritratto di Gesù


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Cercasi bambini a Cagliari per percuotere un grande ritratto di Gesù con delle false bombe a mano. Esplode il caso, dopo gli attentati di Parigi: giusto o sbagliato? Di certo c’è che Sardegna Teatro ricerca  8 – 10 ragazzi (70% maschi e 30% femmine) di età compresa tra gli 8 e i 12 anni per partecipare, in qualità di Comparse, allo spettacolo “Sul concetto di volto nel figlio di Dio”di Romeo Castellucci.  Devono essere di aspetto piuttosto infantile e dal fisico minuto. Silvano Voltolina è l’incaricato al lavoro con i bambini, incontrerà le Comparse per illustrare e spiegare le ragioni “poetiche” e artistiche dello spettacolo durante i due incontri di lavoro e prove richiesti. Per l’azione da svolgere infatti saranno sufficienti due prove da 2/3 ore ognuna, il 19 e il 20 novembre (giorno del debutto).

Teatro Massimo 20/21/22 novembre 2015

Sul concetto di volto nel Figlio di Dio.
Ideazione e regia: Romeo Castellucci
Premessa
“Sul concetto di volto nel Figlio di Dio” è una performance creata a Essen all’interno di Theater der Welt 2010. Si tratta di una performance essenzialmente visuale, composta da tableaux vivants, astratti e simbolici, dove il testo e la narrazione sono pressoché assenti.

Le Comparse
– non devono parlare ma realizzare una serie di movimenti concordati e semplici all’interno dello spazio. Non devono interpretare un personaggio. – saranno vestiti con i propri abiti di tutti i giorni. – ognuno di loro avrà anche uno zainetto servita dalla Compagnia.

Descrizione delle Azioni
Tutti i ragazzi entrano nello spazio a piccoli gruppi. Dagli zaini e da alcune borse (oggetti della Compagnia) estraggono delle false bombe a mano (circa 20 a testa ) di allumino. Uno dopo l’altro, e poi tutti insieme, i bambini lanceranno le bombe contro lo schermo di fondo e, compiuta questa azione, escono tutti insieme.

Note dell’autore e regista Romeo Castellucci: “Il lavoro che voglio affrontare ruota intorno alla figura del volto di Cristo. Ho chiesto la partecipazione di 15 ragazzi per una breve scena collettiva. L’azione consiste nel percuotere un grande ritratto di Gesù di Antonello da Messina con delle false bombe a mano. Ciascun ragazzo dovrebbe lanciare una ventina di granate in alluminio. I colpi che arrivano contro il ritratto dapprima provocano rumore poi, più il tempo passa, questo rumore si trasforma in una musica religiosa dell’anno mille. Il significato profondo di questo gesto è da rintracciare nella tradizione evangelica dei gesti della passione. Lo ripeto ancora una volta, non ho nessuna intenzione di dissacrare il volto di Gesù. Per me, al contrario, si tratta di una forma di preghiera, che passa attraverso l’innocenza del gesto di un ragazzo (le armi sono evidentemente giocattoli) che percuote quel volto proprio per risvegliarlo e riscattarlo in una forma di nuova e necessaria passione; in un nuovo dialogo con l’assenza di quel Volto, richiamato dagli stessi gesti che lo consegnarono alla croce. L’idea delle bombe a mano giocattolo mi è arrivata da una famosa fotografia di Diane Arbus, nella quale si vede un ragazzo esilissimo stringere una granata con un’espressione contratta di ironico furore. È una potente immagine sull’impotenza. Troppo fragile, quel ragazzo, per sostenere anche solo quel gesto e quel giocattolo, la dove è la mano vuota a esprimere la vacuità del furore innocente. La foto della Arbus per me rappresenta un’icona contemporanea della fame spirituale di questa epoca. Il ritratto di Antonello da Messina ritrae un Ecce Homo, in questo preciso istante la tradizione vuole che il Cristo guardi negli occhi lo spettatore in un potente effetto di coinvolgimento drammatico di interrogazione. In questa confusione calcolata degli sguardi che si toccano e che si incrociano il ritratto del Figlio di Dio diventa il ritratto dell’uomo, di un uomo, o perfino dello spettatore stesso. Il ritratto di Gesù, in definitiva, tratta del volto di un uomo – Ecce Homo –. Personalmente sono convinto che, per un adolescente, possa trattarsi di un’esperienza carica di significato nella sua pregnanza spirituale, e attraverso l’omeopatia di un gesto violento esprimere un grido di preghiera necessaria.


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