
Un milione e 800 mila euro accumulati negli ultimi tre anni, accreditati nel 2012 e mai spesi: è il cospicuo finanziamento regionale per tirocini e progetti di inserimento lavorativo di giovani disabili che le (ex) Province non hanno utilizzato. Sono sfumate centinaia di possibilità di lavoro in una Sardegna dove il tasso di disoccupazione sfiora il 18 per cento e le opportunità per i più deboli – 41 mila i giovani sardi con invalidità in cerca di esperienze e percorsi professionalizzanti – sono quasi inesistenti. La denuncia è di Marinora Di Biase (Cgil) Alfio Desogus (Fisch), Alessandro Sitzia (Fand), e Giorgio Oggianu (Confindustria).
Il dato sconcertante è emerso pochi giorni fa, nella riunione del Comitato regionale per la gestione dei fondi per il diritto al lavoro delle persone con disabilità: blocco quasi totale delle iniziative che, attraverso bandi provinciali, avrebbero dovuto attivare tirocini e progetti di inserimento. Nel complesso, le amministrazioni provinciali (solo alcune hanno predisposto i bandi) hanno impegnato risorse irrisorie rispetto a quelle disponibili. Oltre all’inadempienza palese delle istituzioni, le organizzazioni sociali che partecipano al comitato regionale denunciano, ancora una volta, il mancato rispetto della legge 68/99, che obbliga le aziende a una quota di assunzioni tra i lavoratori svantaggiati.
Cgil, le associazioni delle persone con disabilità – Federazione Italiana Superamento Handicap della Sardegna (Fisch) e Federazione Associazioni Nazionali Disabili della Sardegna (Fand) e Confindustria, chiedono all’ assessorato al Lavoro di convocare entro gennaio i commissari provinciali per capire come attivare immediatamente procedure che consentano il recupero delle risorse accantonate nelle casse delle amministrazioni provinciali e l’avvio immediato dei tirocini formativi secondo le linee condivise e adottate nel 2012.