Centrodestra in frantumi in Sardegna dopo l’era Solinas-Truzzu, è caccia alle liste civiche

L’ex governatore e l’ex sindaco, responsabili di un tracollo senza precedenti della coalizione, riflettono sul futuro e cercano una via d’uscita, senza però mettere in discussione se stessi. Secondo l’ex primo cittadino la responsabilità della sconfitta sta nell’aver perso liste civiche e sardiste che ora si punta a riconquistare


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Il centrodestra? Ce la fa solo quando a dargli l’aiutino per vincere sono le liste civiche e sardiste, che invece sono in fuga verso sponde opposte dopo la sconfitta alle regionali. La pensa così Paolo Truzzu, l’ex sindaco di Cagliari candidato sconfitto alle regionali contro Alessandra Todde, che dopo il cappotto alle comunali, perse ovunque, spiega come fare per ritornare a galla e riprendere a nuotare.

“In questi anni il centrodestra è riuscito a dare una proposta importante ai cittadini solo nel momento in cui ha allargato il proprio campo, aprendosi a liste civiche e al movimento sardista e tutti sono stati all’interno di quest’alveo”. È l’analisi del voto di Paolo Truzzu, capogruppo di Fdi in consiglio regionale. “Ora, avendo perso per una manciata di voti le elezioni regionali, il risultato è che una parte di questi movimenti civici e sardisti e anche qualche pezzo più strutturato, in alcune realtà come Cagliari ma anche Sassari e Alghero si sia trasferito a sostegno di liste di chiara connotazione di centrosinistra”. Per Truzzu ora “si è ritornati all’alveo storico del centrodestra, nucleo più ristretto, che in Sardegna ha sempre rappresentato circa il 40%, cifra che non permette di vincere le elezioni comunali, anche se ha permesso di vincere le politiche”.

E dunque “bisogna ripartire, costruire una proposta che possa incontrare il consenso dei cittadini, riprendendo a fare politica, ragionare sui temi e fare anche la voce grossa se serve – precisa – Fdi farà un’opposizione costruttiva e corretta, la presidente non deve temere noi che le cose le diciamo in faccia, ma chi oggi la lusinga e domani, alla prima buccia di banana, la aspetta dietro il muretto a secco”.


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