Casteddu Online, giornalisti minacciati di morte: niente fermerà il nostro diritto di cronaca

La piena solidarietà di Assostampa e Associazione della stampa sarda, alla nostra redazione, dopo il nuovo e preoccupante caso di minacce, ricevute per uno degli articoli legati alla morte, avvenuta a Quartu, di una ragazza


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L’Ordine dei giornalisti della Sardegna, col presidente Celestino Tabasso, e l’Associazione della Stampa sarda, col presidente Francesco Birocchi, attraverso una nota ufficiale, “esprimono piena solidarietà alla redazione di Castedduonline, gravemente minacciata per aver esercitato il diritto e dovere di cronaca. Chi cerca di intimidire un giornale o un singolo cronista attacca tutta la comunità dei professionisti dell’informazione. Questo tentativo criminale di condizionare la libertà di stampa non produrrà alcun effetto sul lavoro dei cronisti di Castedduonline né sul loro atteggiamento verso le notizie, ma questo non lo rende meno intollerabile agli occhi dell’opinione pubblica, degli inquirenti e di chi rappresenta i giornalisti sardi”. Il riferimento è alla nostra denuncia legata al nuovo e preoccupante caso di minacce, ricevute per uno degli articoli legati alla morte, avvenuta a Quartu, di una ragazza. La notizia, legata ad un fatto che ha successivamente portato, dopo un giorno, alla richiesta dell’autopsia da parte del pm rappresenta, anche laddove non ci fosse stato nessun approfondimento richiesto, un fatto di cronaca che, deontologicamente e in nome dello stesso diritto di cronaca, può e deve essere riportato. A poca distanza dalla pubblicazione della notizia, ieri, primo giugno 2022, una persona che si è qualificata come familiare della vittima è riuscito a contattare telefonicamente il giornalista autore dell’articolo, più volte, chiedendo prima la rimozione parziale e poi totale del pezzo e proferendo insulti e gravi minacce. Frasi quali “se scopro veramente chi cazzo sei poi parli con me in prima persona”, “non ti sto minacciando perché se ti dico che ti minacciò ti taglio il collo direttamente, siccome ti sto dicendo che voglio parlare in prima persona con te”, “lo sai quanto cazzo ho da perdere? niente”, “vuoi dormire bene di notte? Dormi bene di notte, altrimenti fai il cazzo che ti pare, non ti dobbiamo dire altro” più tante altre frasi che risparmiamo, almeno a voi lettori, unite a richieste, sempre con toni minacciosi e intimidatori, di parlare e ottenere il numero personale del direttore e di sapere dove si trova la redazione del giornale, cioè la “casa lavorativa” di tutti i nostri giornalisti e con una calma (forse solo apparente ma che non può assolutamente far passare in cavalleria le tante e gravi minacce) sopraggiunta da parte di chi ci si trovava dall’altro capo del telefono solo perché (senza snaturare il senso della notizia e per avere il tempo utile per definire al meglio come tutelarci) sono state parzialmente tolte alcune frasi del racconto fatto da un altro familiare della vittima, (a differenza di chi ha minacciato abbiamo avuto la sicurezza, grazie delle nostre verifiche, prima ancora di contattarlo, che si trattasse davvero di un familiare della giovane morta), rappresentano un attacco intollerabile alla nostra intera redazione giornalistica, quella di Casteddu Online, quotidiano che da più di dieci anni ha l’unica missione di raccontare i fatti e la verità, dando voce a tutti senza censure. 

 

 

Davanti a un fatto simile non si può e non si deve tacere. Minacciare i giornalisti, e di rimbalzo, una redazione, che ha l’unica “colpa” di garantire quotidianamente un’informazione corretta è un reato, sempre e comunque. La nostra redazione, nell’annunciare che è pronta ad adottare tutte le forme di tutela garantite dalla legge, continuerà a garantire un’informazione sempre libera e rispettosa della verità. Perché il giornalismo, da sempre è e per sempre avrà due sole missioni: quella del racconto e quella della realtà dei fatti. E, a pochissima distanza dalla nostra doverosa segnalazione, è arrivata la piena condanna al grave episodio, unita alla solidarietà totale nei confronti di tutta la nostra redazione da parte dei vertici della stampa sarda.


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