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- Quella del sindaco di Elmas Valter Piscedda non è soltanto una scelta coraggiosa. Ma un tuffo nella realtà che molti sardi non vogliono ammettere: in un mondo globalizzato, perché scandalizzarsi se un Comune dà un contributo per trovare lavoro fuori dalla Sardegna, visto che siamo per certi versi l’isola che non c’è? Non serve avere scritto un libro ed essere telecomandati da una maestrina spiona, né atteggiarsi in maniera presuntuosa senza sapere cosa sia realmente un fatto di cronaca, per dare lezioncine di morale a un sindaco che ha fatto semplicemente il suo dovere. Cercare occupazione ai giovani del suo paese, anche a costo di sacrificare soldi del bilancio di Elmas. Non a caso è finito su tutti i giornali, per una trovata illuminata e vincente, che molti altri primi cittadini dovrebbero imitare. L’alternativa è restare nelle nostre città dove sono talmente tanti i disoccupati, a causa dell’incapacità di chi ci ha governato e ci governa, che a farla da padrone è l’invidia. Spesso anche l’arretratezza dei pensieri. In nessuna parte del mondo ormai accade che ci si arrocchi al proprio orticello anche quando non vi cresce alcuna coltura. Insomma sono sempre tanti i giovani che per amore della propria terra rinunciano a cercare fortuna e lavoro altrove. Chiedetelo a Massimo Pinna o a Tiziano Cocco, due nostri affezionati lettori che lavorano in Germania e in Svizzera. Chiedete a loro cosa significa il sacrificio di stare al freddo, lontani dalla propria famiglia, per mille euro al mese. Oppure chiedetelo ai tanti ragazzi sardi che sono andati fuori dall’isola a studiare e a conseguire il dottorato perchè qui, invece,regnava l’Università dei baroni e i posti erano spesso già assegnati.
- Non è sempre tutto facile come per chi ha avuto la fortuna di studiare in un liceo classico e di lavorare per hobby, per poi fare i fighetti della situazione peraltro senza richiesta: non servono le Lilli Gruber dei poveri, la realtà è ben diversa e non la si combatte su Facebook. La verità è che in Sardegna mancano i laboratori delle idee, e non serve scandalizzarsi per la fuga dei cervelli: è normale che accada questo perché avviene in tutti i Paesi del mondo, dove i giovani dai 20 ai 30 anni viaggiano senza alcuna remora da una città all’altra. C’è chi dice che vuole restare qui per provare a cambiarla, quest’Isola stregata dove la crisi si sente il triplo. Lodevole pensiero,ma purtroppo soltanto teorico: siamo in una Regione dove chiunque vada a governare, destra o sinistra che sia, lottizza il potere mandando gli iscritti di partito a guadagnare tremila euro al mese. A Cagliari è successo al Comune e succede alla Regione. E c’è chi ironizza sul fatto che alcuni circoli di partito siano ormai spenti, perché i loro componenti sono stati quasi tutti sistemati nei palazzi del potere. Viviamo in una Regione dove i vignettisti diventano facilmente consulenti degli assessori, a cifre inaspettate da loro stessi. Questo è il piatto che ci viene offerto, con poche speranze per chi non frequenta i salotti buoni. E allora, caro sindaco Piscedda, vada avanti e non si faccia influenzare. Non è meglio restare disoccupati con la valigia impolverata nell’armadio. O vogliamo dare ragione a Casapound?
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