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“Il servizio dei Medici del 118 nella Casa Circondariale di Cagliari-Uta, da sabato 1 giugno, è garantito solo per 12 anziché per 24 h. Lo ha stabilito la Direttrice Generale dell’Areus (Azienda Regionale Emergenza Urgenza della Sardegna) Simonetta Cinzia Bettelini. Una decisione che ha creato viva preoccupazione tra i detenuti, i familiari e gli operatori penitenziari del più grande Istituto detentivo dell’isola”. Lo rende noto Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme ODV” facendo notare che “limitare l’orario di lavoro dei medici dell’emergenza alle ore notturne, dalle 20 alle 8, sembra significare che durante la giornata non possano verificarsi situazioni pericolose per l’incolumità di una persona detenuta”.
“La presenza dei Medici del 118 nella Casa Circondariale di Cagliari-Uta – ricorda Caligaris – risale al marzo del 2017 quando è stata stilata la Rete Regionale della Sanità Penitenziaria in attuazione dell’Accordo Stato Regioni del 2015. Nel modello organizzativo era stato infatti previsto “il servizio medico multiprofessionale integrato con personale sanitario e infermieristico sulle 24 ore. Nello specifico, ai medici di primo intervento, allora inseriti nella ASL 8, erano attribuite 168 ore per 17 unità”.
“La successiva riforma ha assegnato all’Areus i medici del 118 creando – osserva la presidente di SDR ODV – una struttura esclusivamente dedicata all’emergenza. Il ripristino delle Aziende Sanitarie Locali, frutto dell’ultima riforma sanitaria, non ha contemplato il ritorno all’ASL 8 dei Medici dell’Urgenza che continuano a essere gestiti dall’Areus. Insomma un pasticcio burocratico che rischia di ripercuotersi su persone fragili in una struttura chiusa dove gli atti gravi di autolesionismo sono all’ordine del giorno dalla mattina alla sera e alla notte”.
“L’auspicio, con un immediato intervento dell’assessore della Sanità, è che si arrivi a ripristinare l’assistenza del 118/h24 anche perché un’assistenza dimezzata produce un costante stato d’allarme in una realtà complessa dove insieme a persone con molteplici patologie fisiche ce ne sono moltissime con problematiche psichiatriche che spesso, purtroppo – conclude Caligaris – sfociano in atti inconsulti che li mettono in condizioni di rischio vita. Senza dimenticare quei casi “anomali”, silenziosi e incompresi che trovano voce soltanto quando un immediato soccorso sanitario professionale li salva. Non si può trascurare infine che la delibera del 2017 è ancora operativa e non può essere disattesa”.
Ma in serata arriva la condanna da parte della Regione. “Nonostante la sollecitazione a non proseguire in questa direzione, la direttrice generale di Areus, Simonetta Bettelini, ha deciso di intraprendere questa scelta unilaterale fatta in maniera autonoma senza alcuna autorizzazione o disposizione da parte dell’assessorato che quindi procederà immediatamente ad una diffida ufficiale.
L’assessorato non ha dato alcuna disposizione in tal senso e prende le distanze da questa posizione assolutamente non condivisa. Invitiamo quindi la direttrice a revocare immediatamente il provvedimento”, fanno sapere dall’assessorato alla Sanità. La decisione è scaturita in seguito a un incontro interlocutorio a cui avrebbe dovuto seguire un atto formale, non ancora adottato, volto a definire le posizioni di Areus e della ASL 8