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Le prime lettere di licenziamento arrivate stamattina riaccendono la protesta dei lavoratori del carcere di Uta: sono di nuovo in sciopero gli operai che, oltre a non avere ottenuto risposte sugli arretrati della cassa edile, ora rischiano persino di perdere il lavoro prima del previsto. Secondo gli operai infatti, per portare a termine l’opera, manca ancora un anno.
“I ritardi – spiegano Erika Collu e Chicco Cordeddu della Fillea Cgil – sono del tutto ascrivibili alla società Opere Pubbliche che in tutti questi mesi, mentre i lavoratori continuavano a garantire con responsabilità la continuità del lavoro, ha esasperato il clima violando regole e diritti”.
I lavoratori, in presidio fuori dai cancelli chiusi dalla polizia penitenziaria per ragioni di sicurezza, resteranno in sciopero sino a che non verranno ritirate le lettere di licenziamento. “E’ davvero imbarazzante – hanno detto i sindacalisti Fillea – il silenzio di chi governa la Regione, che continua a mostrare disinteresse verso un’opera di così grande importanza”.