Carbonia: due anni senza Mattia, il 15enne che “non è riuscito a sopportare il male del mondo”

E’ nata un’associazione per offrire supporto a ragazzi adolescenti che si trovano ad affrontare insidie e problemi che possono rivelarsi anche fatali.


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“Mattia si sentiva solo, diverso e non capito, voleva solo essere accettato per ciò che era. Si era convinto di non essere importante per nessuno, di essere invisibile. Dalla sua scomparsa abbiamo deciso di raccontare a tutti chi era il nostro magnifico figlio, nella speranza di aiutare altri ragazzi a non sentirsi soli, a condividere il loro dolore”: sono le parole di mamma Emanuela e papà Cristian, i genitori del giovanissimo che, due anni fa a oggi, aveva deciso di mettere fine alla sua vita. Da allora non c’è più pace per loro: troppo grande il dolore per aver perso quel prezioso gioiello per il quale vivevano. “Io non voglio essere definita una sopravvissuta, io arranco, respiro, mangio, lavoro ma non sono sopravvissuta,  sono andata via quel giorno, con il mio Mattia. Io non sono più io, vado avanti cerco di sopravvivere ma sono a metà” ha scritto la mamma in un post Facebook. “La mattina del funerale mi ha svegliato Manu “Ho trovato una lettera nel suo telefonino”. Quando l’ho letta ho capito il male che aveva dentro, ho capito che il farsi vedere sempre allegro e spensierato era il suo modo di proteggerci dal suo dolore” ha raccontato il papà. Parole strazianti, che spezzano il cuore, e che hanno deciso di scrivere, di renderle pubbliche per aiutare il prossimo, i giovani e i loro familiari. “Mattia era un uragano; vivace, allegro sorridente, in costante e perpetuo movimento. Amava gli animali ed i bambini, la musica, l’astronomia e l’informatica, era estremamente intelligente ma allo stesso tempo anche tremendamente sensibile, e come abbiamo scoperto poi, immensamente fragile.

A Mattia non mancava mai la gioia, era un entusiasta, diceva sempre di star bene, anche se purtroppo abbiamo scoperto troppo tardi che così non era.

A 12 anni era stato diagnosticato come ADHD, disturbo che non ha mai accettato e che gli ha causato tanta sofferenza, soprattutto nel percorso scolastico dove si è sentito diverso, escluso, giudicato, limitato ed etichettato, cose che purtroppo ne hanno minato definitivamente l’autostima.

Il 13/04/2022 a soli 15 anni Mattia si è tolto la vita, in un parco della nostra città.

Ci ha lasciati nella completa disperazione, si era tenuto tutto il dolore dentro fino a non farcela più.

Mattia ci ha raccontato il male che sentiva dentro, in una lunga lettera di addio, questo ci ha spinto a pensare di poter aiutare altri ragazzi, altri adolescenti a non sentirsi più soli, a poter trovare qualcuno che li ascolti se hanno voglia di parlare a cercare aiuto supporto o solo una mano a cui aggrapparsi”. Ed è così che, dopo una “lunga e sofferta riflessione”, a dicembre 2023 è nata l’associazione di volontariato “Le Ali di Mattia odv”. La scomparsa di nostro figlio, ci ha obbligati a fare un bilancio sul nostro ruolo di genitori; per 15 anni Mattia è stata la nostra ragione di vita ma non è bastato per proteggerlo. Il suo disturbo ADHD, causa spesso delle sue difficoltà, ci hanno portato a dover chiedere  spesso supporto, ma purtroppo non sempre siamo riusciti ad ottenere l’aiuto di cui avevamo bisogno. Le lunghe liste di attesa, ci hanno costretti più di una volta a ricorrere al supporto privato di professionisti, ma anche in quel caso non è stato semplice. Quando Mattia ha mostrato il suo disagio, nelle ultime settimane di vita, il nostro cercare aiuto è stato disatteso.

Da questa nostra terribile esperienza, nasce Le Ali di Mattia odv, che nei suoi intenti desidera offrire supporto a ragazzi adolescenti, che si trovano ad affrontare questa fase della vita”.

Progetti tutti in fase di studio, “vorremo mettere i ragazzi al centro, creare occasioni di incontro, di crescita, tramite attività che li coinvolgano, che li aiutino a socializzare, a confrontarsi, cercando anche, con il supporto di altre figure professionali e di altre associazioni, di sensibilizzarli rispetto ad argomenti importanti come i suicidi giovanili, il bullismo, l’inclusione”. Spazi sicuri, creativi che possano permettere ai giovani di esprimersi in modo sano: “La nostra missione è quella di aiutare altri ragazzi ad affrontare la sofferenza, la solitudine, lo sconforto che Mattia non è riuscito ad affrontare e far capire loro di non essere soli”.


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