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I gestori delle stazioni di servizio di Carbonia aderenti a Figisc Confcommercio hanno presentato ricorso alla Commissione tributaria provinciale per contestare le tariffe “troppo alte” della tassa sui rifiuti.
“Già alla precedente giunta la nostra associazione aveva posto il problema relativamente agli importi dovuti dai distributori di carburanti in riferimento alla imposta sui rifiuti. Il prelievo di tale tassa è cresciuto in maniera spropositata ed il calcolo appare ingiustamente più calcolato sulla superfice della attività che sulla effettiva produzione dei rifiuti – osserva Giampiero Bindo della Figisc Confcommercio, Federazione Italiana Gestori Impianti di Carburanti – Ciò ha creato un allarmismo più che giustificabile se correlata alla crisi del settore effetto della crisi economica patita da tutte le attività produttive del territorio.
I gestori chiedono, in sostanza, di sospendere in via cautelare l’esecutività delle richieste di pagamento dell’imposta già dal 2011 e, nel merito, di annullare i solleciti di pagamento nonché di rideterminare le somme richieste rettificando le superfici imponibili in quanto il Comune erroneamente ha inteso sottoporre a tassazione le superfici scoperte pertinenziali o accessorie (parcheggi, aree di manovra, vie di accesso ed uscita), di fatto non operative e quindi non soggette ad imposta. Purtroppo – osserva ancora Bindo – l’esito di incontri tenutisi con intento chiarificatore non ha portato però ad una soluzione, ed anzi, pur con elementi oggettivi e documentali, risoluzioni ministeriali, linee guida dell’Anci sulla corretta applicazione dell’imposta sui distributori di carburante proprio per la carattestiche di un settore che produce in prevalenza e specificatamente rifiuti speciali e pericolosi, il Comune ha ritenuto definire la pratica alla Commissione Tributaria, di fatto ponendo in ginocchio, anche per le esose spese legali, una intera categoria, quella dei distributori di carburante.
Tale atteggiamento – aggiunge – non trova giustificazione alcuna se non un arroccamento a posizioni interpretative da parte di qualche funzionario, tradotte poi da una posizione politica lungi da esigenze chiarificatrici più volte richiamate dalla Confcommercio. Si aggiunga poi che il divario applicativo tra il regolamento comunale del Comune di Carbonia e quello di altri Comuni appare in una vera e propria ‘discrepanza’ territoriale ed iniqua applicazione della tassa, per cui un collega della provincia, a parità di livello qualitativo del servizio e soprattutto nella dimensione dell’area del punto vendita, paga circa dieci volte meno di quello di Carbonia. Abbiamo inviato già dal mese di luglio una richiesta di incontro con la nuova amministrazione, con la speranza di giungere ad una definizione anche alla luce di una prima sentenza della Commissione tributaria provinciale pubblicata nel mese di maggio a favore di un gestore di Carbonia, ad oggi però non abbiamo ricevuto risposta. Eppure in tale sentenza, a conferma degli elementi oggettivi in linea con i presupposti normativamente previsti per l’applicazione dell’imposta che avevamo presentato, i giudici hanno considerato tassabili solo l’area coperta dei locali e quella sottostante la pensilina degli erogatori di carburante, escludendo di fatto la rimanente scoperta. Rimaniamo quindi in attesa di un riscontro da parte del Comune.
“Sono a ssolutamente fiducioso che con la nuova Amministrazione si possa ricercare un percorso costruttivo teso ad una soluzione condivisa ed a risparmiare costi legali ad i propri cittadini, ha commenato il Presidente di Confcommercio Alberto Bertolotti. E’ infatti nel totale interesse del Comune di Carbonia non creare sperequazioni che pongano gli imprenditori del proprio territorio in condizione di patire una vera e propria forma di disparità di trattamento e quindi di debolezza concorrenziale.”