Capoterra, no del Consiglio alla centrale biomasse: “Fermate i lavori”

La cronaca del consiglio comunale di stasera

Politica e cittadinanza schierate dalla stessa parte. Questo è ciò che emerso fra le due parti questa sera a Capoterra, dove, a partire dalle diciannove e trenta, si è tenuto il Consiglio Comunale, riunitosi in convocazione straordinaria per discutere l’ordine del giorno: la richiesta di posizione e azione in merito alla centrale a Biomasse in territorio asseminese, a Macchiareddu, i cui lavori, purtroppo, sono già avviati da settimane. Oltre alle 350 firme di cui si componeva la petizione promossa dai cittadini, se ne sono aggiunte delle altre nei giorni scorsi, andate a rafforzare la protesta che oramai è sempre più febbricitante e rumorosa. La centrale si trova sì nel comune di Assemini, ma ai suoi margini, agli inizi di quello capoterrese. Da qui la protesta, arrivata in Comune, e dal Comune stesso abbracciata e portata avanti in maniera unilaterale. Politica e cittadinanza dalla stessa parte, appunto.

Si è partiti con le osservazioni di Nuccio Arrais, Presidente della Commissione Urbanistica, che ha dichiarato apertamente il suo no alla centrale a Biomasse. “Non abbiamo ancora avuto tempo di visionare accuratamente la documentazione riguardo l’iter burocratico, pervenutaci pochi giorni fa, con le note dell’Arpas e del TecnoCasic, con la dichiarazione delle procedure seguite dal Comune di Assemini. Tuttavia si può già argomentare il problema. Le autorizzazioni ci sono tutte, e da qui non si scappa. La Biomasse fine a sé stessa non è nociva, ma lo diventerebbe a lungo andare, nel nostro caso, accerchiata come sarebbe da altri due poli industriali, quello di Macchiareddu e la Saras, sulle cui ripercussioni nocive non mi sto qui a dilungare. Per me, per il Consiglio e per la città tutta è inaccettabile vedere sorgere un’altra industria ai margini del nostro territorio, senza ricavarne vantaggi di nessun tipo”. L’impianto, a detta di Arrais, deve riconoscere a Capoterra, alla sua politica e alla cittadinanza, merito critico ed economico. Una posizione equilibrata la sua, che trova riscontro nelle parole di Cabiddu (SEL), che nella successiva dichiarazione ha affermato come secondo la legge 152 sulla tutela ambientale, il Comune di Capoterra potrebbe già fare ricorso e tentare di stoppare i lavori, in quanto Assemini non si è curata di dare peso ai problemi che sorgeranno in futuro con una centrale situata a soli 3 km dall’agglomerato urbano capoterrese. Procedura di cui ci si sarebbe dovuti ricordare, prima di approvare il progetto della Biomasse.

Secondo Luigi Frau, dell’Opposizione, si dovrebbe trovare quel pertugio legale capace di poter bloccare i lavori e dare voce alle proteste della cittadinanza. I consiglieri Zaccheddu (PD) e Pillitu (Unione di Centro), alla Maggioranza, hanno espresso le proprie preoccupazioni soprattutto da un punto di vista della salute e dell’integrità del territorio, già abbondantemente provato e inquinato in abbondanza, e privo di vantaggi economici che possano in qualche “ripagare” i cittadini di ciò.

“Una centrale di questo genere l’avrei accettata in un territorio ‘vergine’” ha dichiarato Pillitu, “ma non in una realtà industrializzata come la nostra”. Meno drastico e più sobrio Giacomo Mallus, che ha fatto emergere un particolare logico ma dai più trascurato: nessuna energia rinnovabile è a costo zero. Nessuna energia, eccetto il nucleare, che in Italia è vietato, è a impatto zero. “Mi dichiaro comunque favorevole alla richiesta dei cittadini e di questo Consiglio di poter fare le nostre osservazioni in merito”. Il consigliere Silvano Corda invece ha fatto notare come, da un punto di vista legale, secondo gli asseminesi non ci sia nulla di così scandaloso nell’aver omesso il Comune di Capoterra dall’iter burocratico e dalle discussioni con gli enti coinvolti. “Purtroppo l’area d’interesse non è costiera, bensì ubicata in una zona destinata proprio a quel tipo di industria, e non rientra nei vincoli paesaggistici”. Alla Giunta capoterrese, al Consiglio e ai cittadini invece questa decisione scandalizza e parecchio. Che si prenderanno provvedimenti e sicuro. Che si continuerà a protestare pure. “I risultati sperati” ha fatto notare Corda, “non sono però così certi”.

 

Lorenzo Scano 


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