Se n’è accorto quasi per caso, e ha subito chiamato il 118. Domenico Quaglia, 32 anni, agente penitenziario, ha visto la moglie, Maria Teresa Murtas, 36 anni, morirle davanti agli occhi, con i soccorritori del 118 che si sono impegnati al massimo, ma inutilmente, per strapparla alla morte. Infarto fulminante successivo a una crisi respiratoria, ecco come se n’è andata una giovane, casalinga e mamma, nata a Nuoro ma a Capoterra dall’età di dodici anni. Il dramma si è consumato nella centralissima via Cavour. “Aveva avuto qualche acciacco, da aprile. Prima aveva avuto e superato il Covid. Era diabetica, nient’altro”, spiega, lacrime agli occhi, il marito, che non sa come consolare i due figli piccoli, Alessandro e Antonio. Una morte inaspettata, almeno per i parenti della Murtas, che hanno già ricevuto centinaia di messaggi di condoglianze, incluso quello, anche pubblico, del sindaco Beniamino Garau.
Il padre della trentaseienne, Roberto Murtas, è sicuro: “Mia figlia era un po’ sovrappeso ma stava bene, non aveva patologie particolari. Aveva avuto il Covid in forma lieve, come è capitato anche a me e mia moglie, ma nulla di che. Aveva avuto qualche sintomo strano dopo i vaccini, ma non possiamo dire con certezza se c’entri con il suo decesso”. Nessuna autopsia, si è trattato di un dramma, improvviso ed inaspettato. E c’è un paese, Capoterra, pronto a stringersi attorno alla famiglia di Maria Teresa Murtas domani, mercoledì 16 novembre, alle 15, nella chiesa di San Francesco.