Capoterra, dopo oltre mezzo secolo via libera al piano di edilizia popolare: così cambierà la città

Un masterplan nel quale emergono le relazioni con il tessuto urbano esistente, i nuovi assi di collegamento con la città, la costruzione del sistema degli spazi aperti e in linea più generale la riqualificazione del quartiere di S’Acqua e Tomasu a Capoterra


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Oggi, dopo oltre mezzo secolo, il Consiglio Comunale ha approvato definitivamente il Piano di Edilizia Popolare, un atto che i cittadini attendevano da tempo.  Hanno votato a favore i Consiglieri Aroni, Baire,Cau, Cossu, Fiume, Littarru, Mallus, Marcis, Pinna, Zaccheddu e il Sindaco Dessi, Presente in aula, come sempre, l’Assessore all’Urbanistica Craboledda e tutta la Giunta. Ad illustrarlo il nuovo presidente della commissione Urbanistica, Giacomo Mallus.

La minoranza dopo l’ennesimo tentativo di bloccare i lavori dell’aula, ha abbandonato la seduta. L’area PEP fu individuata urbanisticamente dal Piano di Fabbricazione del 1969 come nuova area di espansione residenziale dell’abitato e classificata come zona C4 da destinare ad edilizia economica popolare. Da allora un susseguirsi di ricorsi, sentenze del TAR (1065 del 97) e adeguamenti normativi, tra cui l’adeguamento dello strumento urbanistico generale al Piano Paesaggistico Regionale e al Piano di Assetto Idrogeologico L’urbanizzazione dell’area prese avvio negli anni Novanta del secolo scorso, a seguito dell’approvazione di un Piano di Zona, che divise l’area in comparti di edificazione e ne defini la struttura urbana, attraverso il disegno della viabilità (via Lombardia, Via Val d’Aosta), a partire dalla connessione con Via Santa Lucia. Il progetto approvato questo pomeriggio costituisce una importante opportunità di riqualificazione urbana.

Un masterplan nel quale emergono le relazioni con il tessuto urbano esistente, i nuovi assi di collegamento con la città, la costruzione del sistema degli spazi aperti e in linea più generale la riqualificazione del quartiere di S’Acqua e Tomasu. La riorganizzazione dei comparti ha prodotto sul progetto generale del piano una riduzione delle nuove opere di urbanizzazione primaria. Al contempo la riduzione delle nuove infrastrutture stradali ha generato una limitazione del consumo di suolo e di impermeabilizzazione dello stesso, introducendo quindi interventi più coerenti con obiettivi di sostenibilità ambientale propria di una nuova stagione pianificatoria. Una nuova strada di collegamento con il paese metterà in relazione il quartiere S’Acqua e Tomasu con altre aree di trasformazione (zone G) previste nel Piano Urbanistico e con il complesso di Villa Boero, oggi in abbandono. La previsione per la riqualificazione paesaggistica dell’area è legata anche alla piantumazione di 314 alberi, pari al numero dei nuovi abitanti insediabili.


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