Il brizzolato deputato Michele Piras sull’Unione Sarda decreta in pratica la fine di Sel, il partito che lo ha eletto in Parlamento, E il giorno dopo sempre sul quotidiano cagliaritano si prende la fiondata di Luciano Uras, senatore dello stesso partito, che invece replica duramente: “Piras vada pure, ma Sel è viva: nessuno scioglimento in vista”. Michele Piras insomma è sempre più isolato dal partito in Sardegna, rischia di finire in minoranza e di doversi cercare presto alloggio nel nuovo ipotetico partito di sinistra che al momento attuale viene dato intorno all’uno per cento.
Ma per la prima volta è esploso il caso mediatico, i due big che si fronteggiano a colpi di interviste su quello che un tempo consideravano un giornale vicino a Berlusconi, e ora è diventato il loro punto di riferimento politico. “Abbiamo costruito SEL, in ogni parte d’Italia e anche qui in Sardegna, grazie allo sforzo di tanti elettori, simpatizzanti e iscritti. Sono loro gli unici ad avere il dovere e sopratutto il diritto di decidere”, dice Luciano Uras. Che sembra avere il consenso del circolo di via Puccini, che ieri in un documento firmato dal segretario cittadino Mauro Massa aveva attaccato duramente la scelta di chi vuole sciogliere il partito. Proprio nel giorno dell’intervista di Michele Piras, ormai soprannominato “re degli autogol” in stile Niccolai da diverse frange di Sel. Dopo la frase choc sul “buttare le chiavi della cella ai manifestanti violenti”, ora il boomerang di volere chiudere anticipamente la storia di un partito. Lo stesso Piras che era stato al centro delle faide che portarono alla distruzione di Rifondazione, e ora la storia sembra ripetersi.
Uras boccia il patto a sinistra di Sel, Piras non ha gradito neanche le ultime mosse di Massimo Zedda, come il siluramento improvviso dell’assessore Susanna Orrù. E oggi anche Ignazio Tolu, ex assessore provinciale, commenta così su Fb: “La Comunità dove io abito e milito si chiama Sinistra Ecologia & Liberta’ … Scelta libera e Consapevole..e non è permesso a nessuno eliminare la nostra Comunità, senza una preventiva discussione e condivisione,…per chi ci sta stretto e male, può liberamente e consapevolmente andare altrove gli auguriamo ogni bene e tanta fortuna”. Insomma, diversi autorevoli esponenti del partito sardo chiedono a Piras di andare via. Sempre più criticato, sempre più isolato. E si comincia a capire che la voglia di fuga di Piras, con Civati e Fassina, nasconde il malcontento di buona parte di Sel in Sardegna che lo sta mettendo all’angolo. Praticamente a un passo dal capolinea.