Canone Rai, un cittadino risponde all’azienda in modo “provocatorio”

Arturo Presotto lancia un’ironia all’obbligo di pagare l’imposta anche in mancanza di ricezione dei programmi tv: ecco cos’ha scritto


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Ultimamente si parla tanto del canone Rai. Anche il governo Renzi ha lanciato di recente una proposta da applicare in tempi brevi: ridurre il costo del canone a 100 euro e inserirlo nella bolletta elettrica in modo da eliminare l’evasione. Una riduzione di 13 euro sull’attuale valore del canone fissato a 113 euro. Ora si sta valutando se farla pagare in diverse rate o in un’unica soluzione a gennaio. Tuttavia, l’Enel, a quanto pare ha già bocciato il piano di Renzi che risulterebbe difficile da attuare sotto molti punti di vista. La Rai, Radiotelevisione Italiana Spa, società concessionaria in esclusiva del servizio pubblico radiotelevisivo in Italia obbliga a pagare il canone televisivo con un’imposta sulla detenzione di “apparecchi atti alla ricezione di radio audizioni televisive” nel territorio italiano. Valido anche se l’apparecchio televisivo è guasto e non riceve i programmi tv.

A tale proposito, ecco il testo di una breve ma significativa lettera inviata al quotidiano Il Messaggero Veneto dal lettore Arturo Presotto di Spilimbergo, località in provincia di Pordenone: «Dopo aver letto la risposta della Rai ad un lettore, in cui l’emittente ribadisce che il Canone Rai è dovuto anche in caso di mancanza ricezione in quanto tassa su apparecchi abilitati alla riproduzione di programmi tv, ho deciso di chiedere il bonus bebè: non ho figli ma sono titolare di un organo atto alla riproduzione».