Camilla batte Renato, la figlia sconfigge il padre nel terreno più favorevole al secondo, quello politico. Camilla Soru è la donna più votata a Cagliari, tra le fila del Pd, con oltre 1500 preferenze. Mentre la coalizione sarda di mister Tiscali non raggiunge il fatidico 10 per cento necessario per entrare in Consiglio regionale, la giovane Camilla si è già prenotata una sedia nella prossima consiliatura, soprattutto se alla fine prevarrà Alessandra Todde. La faida tutta in famiglia ha una vincitrice e uno sconfitto: la Soru, con alle spalle un’unica consiliatura comunale tra i banchi dell’opposizione, è riuscita a intercettare molti voti degli ambienti giovanili e studenteschi, oltre a quelli del mondo Lgbt (molto attiva sul tema dei diritti per tutti, nel 2018 aveva conquistato scettro e corona di regina del Sardegna Pride venendo eletta ‘miss frociarola’), ma probabilmente anche da una parte degli elettori, ormai definibili ex, delusi della scelta fatta dal papà. Che ha creato un gruppo politico con ben 5 partiti (sarebbero stati 6, ma poi i Progressisti hanno fatto un’altra giravolta e sono tornati nel cosiddetto campo largo) ed è riuscito a superare l’otto per cento, ma non il dieci. Al di là dei proclami, delle buone intenzioni, dei “siamo di più, siamo sardi”, nessun eletto e un punto interrogativo sul futuro della stessa coalizione.
Lui, nella sede-fortino del Corso Vittorio, ha fatto intendere che sarà ancora presente sulla scena politica isolana: “Proseguiremo questo impegno politico, non sono bastati cinque mesi per far emergere un progetto diverso dal bipolarismo ed evidentemente questo bipolarismo italiano si è molto radicato, non siamo riusciti a far cambiare idea alle persone”. Nell’attesa, però, sorride la figlia Camilla, rimasta salda nel Pd e donna più votata nel capoluogo sardo.