Cagliari,festa irlandese contestata: “Qui qualcuno ci lascia le penne”

I residenti contestano il rumore provocato dalla festa irlandese in piazza del Carmine: “Inquinare con astuzia e furbizia: metodo di governo del nuovo Assessore alla cultura. “Prima o poi qualcuno ci lascia le penne”


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di Enrico Marras, comitato Rumore No Grazie

Inquinare con astuzia e furbizia: metodo di governo del nuovo Assessore alla cultura. “Prima o poi qualcuno ci lascia le penne”.

La maldestra furbizia dell’Assessorato alla cultura di aggirare irresponsabilmente il Piano Acustico Comunale e la legislazione sanitaria emerge, ancor una volta, dagli atti autorizzativi della “Manifestazione Irlanda in festa” comunicatici oggi dall’URP. Evento che  ha avuto come epicentro la piazza del Carmine nei giorni 17-18-19 marzo, con corollario di “balli e intrattenimenti musicali” dalle ore 17:00 alle ore 24:00.

Manifestazioni come quella sono di norma autorizzate in deroga ai limiti di rumore massimo ammesso e necessitano del parere preventivo della Regione- ARPAS che ne fissa  condizioni e limiti a tutela della salute e della vita delle persone e dell’ambiente. Ancor più quando l’evento, come nel caso in questione, si protrae per più giorni. Ma la deprecabile astuzia politica e amministrativa non ha limiti nella capitale della Regione e pur di aggirare il parere obbligatorio e imprescindibile della Regione -ARPAS la “Determina” di autorizzazione stabilisce che “il volume dei suoni sia contenuto nei limiti di zona del vigente Piano di classificazione acustica comunale e non arrechi disturbo alla pubblica e alla privata quiete”. Per dirla con una parola: una vera e propria eresia!

Ora spieghiamo le ragioni di simile esclamazione: il limite di rumore massimo ammesso in emissione è di 50 decibel in fascia oraria notturna (22,00-06,00), di 60 in quella diurna (06,00-22,00). Ritenere che i richiamati limiti di rumore potessero essere rispettati in una manifestazione con “balli e intrattenimenti musicali”, con migliaia di presenze umane e fiumi di birra è un mistero che può sciogliere solo l’eccelsa cultura in fonometria (“Disciplina che studia la misurazione dei suoni per quanto riguarda le loro fonti, l’intensità, gli effetti”) dell’Assessore alla Cultura e del suo Assessorato. Soprattutto se si considera che una sola persona che parla per strada raggiunge  mediamente  65 decibel. Così dispone, in merito, anche la Regione Lombardia e il Comune di Milano. Ipotizzare pertanto, come dispone la “Determina”, che la “Manifestazione” potesse svolgersi nel rispetto dei limiti di rumore di zona significherebbe  non avere conoscenza alcuna della materia che si amministra. La qualcosa sarebbe un vero disastro! O c’è della consapevolezza? I dubbi marciano impetuosi. Infatti se l’Assessorato avesse perseguito la volontà ferrea di rispettare e far rispettare il Piano Acustico e con esso la normativa sanitaria che lo ispira avrebbe richiesto e imposto l’installazione di un limitatore acustico, come è dato leggere di norma nelle disposizioni dell’ARPAS. Disposizioni che l’Assessorato ben conosce anche se non rispetta, come è stato per le Manifestazioni musicali dell’ultimo Capodanno. Ma non solo non è stato imposto il limitatore acustico ma non è stato predisposto neppure un sevizio di controllo sul rispetto dei limiti di zona.

In conclusione, ci troviamo, ancora una volta, di fronte ad una chiara e inequivocabile violazione del Piano acustico e di uno dei diritti costituzionali primari del cittadino, la “tutela della salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività” (art. 32). Articolo che il Sindaco dovrebbe ben ricordare perché richiamato nella sentenza del TAR (gennaio 2015) di condanna del Comune di Cagliari per disastro ambientale da rumore.

Il Piano Acustico, come ben sappiamo, non viene di norma applicato e quando si finge di applicarlo  è solo per aggirarlo.

Noi non esprimiamo nessuna ostilità o preclusione  contro la simpatica “Manifestazione Irlanda in festa”, semplicemente chiediamo che eventi simili si svolgano nell’alveo della legalità alla quale, Signor Sindaco, la sua Amministrazione, invece, sembra pervicacemente ostile.

Noi ci limitiamo a scoperchiare solamente le pentole dell’inquinamento acustico ambientale e il risultato è sempre lo stesso: un mare di illegalità. Ma se scoperchiassimo le pentole che contengono gli atti delle altre branche dell’amministrazione civica, siamo sicuri che troveremmo tutto in regola?

Invochiamo, ancora una volta, da Lei Signor Sindaco il rispetto della legalità e dei deliberati del Consiglio comunale. Se non è chiedere tanto. Perché, come ci disse una volta un prefetto, parlando di illegalità, prima o poi qualcuno ci lascia le penne”.

 


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