Cagliari, via dal palazzo delle Seziate: archeologi in rivolta

Lavoratori in stato di agitazione dopo l’annuncio del trasferimento: l’edificio è stato assegnato ai Musei, ma la sede alternativa è stata ritenuta inadeguata. “Mancano gli spazi per archivio e biblioteca senza i quali non possiamo lavorare e aiutare lo sviluppo del turismo culturale in Sardegna”


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Soprintendenza fuori dal palazzo di piazza Indipendenza, l’antico palazzo delle Seziate. E i lavoratori protestano perché le sedi alternative offerte ai non sono adeguate perché mancano gli spazi per archivi e biblioteca, strumenti di lavoro essenziali per gli archeologi, impegnati nello sviluppo del turismo culturale in Sardegna.
E così nell’antico edificio di Castello, è scattato lo stato di agitazione. Striscioni con le scritte “L’archeologia non si sgombera” sono stati appesi sulla facciata dell’edificio.

Il lavoratori contestano il passaggio del Palazzo delle Seziate, da oltre 100 anni sede della tutela archeologica e attualmente dell’area funzionale Patrimonio archeologico della Soprintendenza, ai Musei Nazionali Autonomi di Cagliari , e il trasferimento del personale dell’ Area Funzionale patrimonio archeologico della Sabap di Cagliari.

La decisione del trasferimento risale al 2021, ma non è stata mai prevista una destinazione alternativa per il comparto archeologico che svolge le funzioni di tutela del Ministero della Cultura su tutta la Sardegna meridionale.

La Soprintendenza ha provato a cercare una soluzione e ha bussato alle porte di Demanio, Regione, Università e altri enti per reperire nuovi spazi, ma non li ha trovati. E’ riuscita a ottenere solo un finanziamento per costruire una nuova sede, ma i tempi sono lunghi e così lo scenario più probabile vede lo sgombero immediato del Palazzo con lo spostamento di tutto il personale delle Seziate, senza attendere la realizzazione del nuovo edificio.

I dipendenti del comparto archeologico sono molto preoccupati per il proseguo della loro attività. Gestiscono quotidianamente un altissimo numero di procedimenti amministrativi che interessano diversi soggetti pubblici e privati, scavi e ricerche archeologiche. Ma anche progetti di valorizzazione, fondamentali anche per lo sviluppo delle
tante comunità che hanno scelto il turismo culturale come prospettiva di sviluppo economico.

L’Area funzionale Patrimonio Archeologico necessita inoltre quotidianamente di strumenti di lavoro imprescindibili come l’archivio della tutela archeologica (circa 900 metri lineari di documentazione cartacea) e la biblioteca specialistica (circa 16 mila volumi acquisiti).
Ma attualmente non sono disponibili sedi adatte ad ospitare il settore archeologico. E’ stata più volte prospettata l’ipotesi di trasferire il personale nei locali open space occupati dalla Direzione Regionale dei Musei nel largo Carlo Felice, ma questi spazi sono stati ritenuti “inidonei “, perché la sede non sarebbe sufficiente ad ospitare tutto il comparto, con la conseguenza di separarlo anche da archivi e biblioteca, mettendo così il settore archeologico nella impossibilità di portare avanti le istruttorie dalle quali dipendono
importanti opere pubbliche e le tante attività di progettazione e direzione scientifica in cui la Sabap è impegnata costantemente.

I lavoratori del comparto archeologico si domandano quale progetto culturale e quali prospettive abbia in mente il Ministero per la tutela archeologica del Sud Sardegna e, in particolare, per il personale.
Inoltre chiede quali azioni siano state programmate “per procedere ad un eventuale trasferimento del comparto archeologico, in tutte le sue inscindibili componenti (il personale, gli archivi e la biblioteca) assicurandone il funzionamento senza interruzioni che avrebbero gravi e inevitabili ricadute sull’efficienza e l’efficacia
dell’attività di tutela archeologica su tutto il territorio , in una regione come la Sardegna, in cui il patrimonio archeologico costituisce una prospettiva concreta di sviluppo per le comunità “, hanno scritto i sindacati in un comunicato di protesta”.


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