Cagliari va in autolockdown, il Covid fa paura: strade deserte e tanti ristoranti chiusi

Dal centro alla Marina, la sera la città diventa quasi un cimitero. Pochi locali aperti, la maggior parte dei tavoli sono vuoti. Il virus e le sue varianti ancora più forti delle certificazioni verdi e psicologicamente pesa anche il passaggio in zona gialla. Il reportage


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Una città spenta, più del solito, la sera. Cagliari, dalle venti, va in autolockdown: effetto Covid, ogni giorno migliaia di contagi e morti sembrano aver spinto la maggior parte dei cagliaritani a restarsene blindati in casa. E l’effetto si vede: alle 21:30 di un mercoledì sera di fine gennaio, da piazza Garibaldi a piazza Yenne, tagliando per la Marina, il capoluogo è avvolto dal silenzio. Un rider sfreccia nella via Garibaldi deserta, un suo collega fa lo stesso pochi minuti dopo in una via Sardegna dove sono più i ristoranti chiusi che quelli aperti. E chi ha deciso di tenere tirata su la serranda non fa certo buoni affari: tavoli interni più vuoti che pieni, i clienti sono soprattutto coppiette e mini gruppi di amici. Via Barcellona, via Napoli, via Concezione, via Cavour: la musica non cambia. In piazza Yenne resistono i locali, ma spritz e prosecco non vengono più smerciati come un tempo. 

 

Effetto Omicron, effetto contagi, insomma effetto Covid. Che è ancora più forte del green pass e del super green pass. Lo scoglio della paura di ritrovarsi positivi dopo una serata in un locale o in un ristorante c’è ancora. E, psicologicamente, pesa il passaggio dell’Isola in zona gialla. Città trasformata in deserto, è così da lunedì a venerdì, e nei fine settimana non c’è più quella “pazza” movida dell’autunno 2021. L’economia, i titolari di locali e i ristoratori non ringraziano.