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Il rione Marina del futuro potrebbe essere più silenzioso per la gioia dei residenti. A pagare il contro potrebbero essere bar, locali e ristoranti. Il piano di risanamento acustico che domani arriva in consiglio comunale prevede infatti, come soluzione al problema del rumore alla Marina, anticipare lo stop delle somministrazioni all’esterno dalle 3 all’1 di notte e un tagliare il numero delle presenze nei locali del quartiere con una sforbiciata alla capienza dei locali e al numero dei tavolini.
Il documento è stato proposto dall’ufficio della presidenza del consiglio comunale. Uno dei passaggi più delicati è quello che riguarda il rione Marina, dove da tempo i residenti denunciano di vivere in sofferenza a causa della malamovida e del baccano notturno.
Nel quartiere (l’area studiata è quella tra piazza Savoia, piazza Santo Sepolcro e via Dettori) è stata individuata come principale sorgente di rumore l’aggregazione di persone che frequentano i locali che offrono servizi ai tavoli all’aperto, che conversano e talvolta schiamazzano all’esterno degli stessi locali.
Si tratta di situazioni in cui la tendenza è quella di parlare a un livello di emissione medio-alto, con conversazione continuativa a piccoli gruppi, in cui due o più persone si alternano senza interruzione creando alla fine un rumore unico e stazionario.
Dai sopralluoghi effettuati è emerso, si legge nel documento, che la capienza effettiva nei locali è, a volte, maggiore di quella prevista. E i rilievi hanno evidenziato che la rumorosità complessiva dipende in larga parte dal numero di persone presenti, tra quelle sedute sui tavolini all’esterno e quelle che stazionano negli spazi esterni al locale. Queste ultime spesso in un numero approssimativamente pari a quello previsto dalla stessa capienza della concessione.
Dagli stessi sopraluoghi è anche emerso che i locali chiudono alle 4 del mattino, nonostante, per il periodo notturno, la delibera comunale abbia indicato le 3 del mattino come fine attività dei locali.
E così i tecnici incaricati dal Comune hanno individuato la soluzione per ridurre il rumore: e cioè anticipare l’orario di chiusura dei plateatici (concessioni esterne con tavolini e sedie) all’una di notte e il contenimento del numero degli avventori nei locali. Anche attraverso una ridistribuzione che tenga conto di un indice di affollamento delle superfici destinate all’attività di somministrazione dei cibi e bevande non superiore a 0,8 persone/mq, come richiesto dalla ASL di Cagliari in merito ai requisiti minimi degli spazi da adibirsi a stabilimenti per la ristorazione pubblica. Un taglio netto ai clienti delle attività e conseguentemente anche ai tavolini.
“Non servono soltanto norme proibitive”, commenta Pierluigi Mannino, presidente della commissione Attività produttive, “meglio mettere gli operatori in condizione di fare investimenti adeguati attraverso concessioni pluriennali. Potrebbero così attuare interventi attivi per combattere il rumore come le coperture fonoassorbenti”.