Cagliari, strana morte al Marino: “Gli diagnosticano una micro frattura, poi il decesso: la Procura apre un’inchiesta”

INCHIESTA SULLA STRANA MORTE DI UN 74ENNE DI DOMUS DE MARIA- “Un mesetto di degenza tra letto e poltrona e tornerà come nuovo” aveva assicurato un’infermiera ai suoi familiari, preoccupati. E a ragione perché il paziente, ricoverato per una banale caduta domestica e a cui era stata diagnosticata la probabile micro frattura di una qualche vertebra, non è più uscito vivo dall’ospedale: nell’arco di poche ore è andato in arresto cardiaco ed è spirato


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Un mesetto di degenza tra letto e poltrona e tornerà come nuovo” aveva assicurato un’infermiera ai suoi familiari, preoccupati. E a ragione perché il paziente, ricoverato per una banale caduta domestica e a cui era stata diagnosticata la probabile micro frattura di una qualche vertebra, non è più uscito vivo dall’ospedale: nell’arco di poche ore è andato in arresto cardiaco ed è spirato.

In seguito alla denuncia querela presentata all’indomani della tragedia, accaduta il 2 gennaio 2020, dalla moglie della vittima presso la Questura di Cagliari, il Pubblico Ministero della Procura cagliaritana, dott. Nicola Giua Marassi, ha aperto un procedimento penale, per ora contro ignoti, per l’inspiegabile decesso di G. B. S., 74 anni, residente a Domus De Maria. Il Sostituto Procuratore ha altresì disposto l’esame autoptico, già effettuato, per accettare le cause della morte, affidando l’incarico sabato 4 gennaio, e ha dato il nulla osta per i funerali, che si sono svolti ieri, 8 gennaio.

Il 74enne, pensionato, nella mattinata del 2 gennaio era caduto da una scala che stava utilizzando per preparare la sala della sua abitazione per la ritinteggiatura. Visto il forte dolore alla schiena, la moglie ha chiamato la figlia e il compagno di quest’ultima che, arrivati a casa, alle 11.45 hanno richiesto l’intervento dell’ambulanza. I sanitari, giunti a domicilio, gli hanno applicato il collare, lo hanno immobilizzato nella barella spinale, gli hanno misurato i parametri vitali, che sarebbero risultati a norma, e si sono messi in viaggio per trasportarlo all’ospedale: inizialmente dovevano condurlo al Santissima Trinità, ma poi l’autolettiga è stata dirottata al Marino, dov’è giunta alle 12.50. G. B. S. durante la presa in carico e il trasporto è rimasto sempre presente, vigile, reattivo e collaborativo, così come ha risposto senza problemi e a tono a tutte le domande che gli sono state formulate per compilare la scheda d’ingresso all’atto del ricovero nel reparto di Ortopedia, dov’è stato destinato dopo una prima visita al Pronto Soccorso: insomma, a parte i forti dolori al bacino, per i quali gli avevano subito somministrato una flebo di antidolorifico, la situazione pareva sotto controllo.

Anche la diagnosi ipotizzata dai medici non era poi la fine del mondo: i familiari che lo accompagnavano sono stati informati che il loro caro con la caduta aveva rimediato molto probabilmente una microfrattura composta a una qualche vertebra del bacino e che comunque sarebbero stati più precisi dopo l’effettuazione della Tac, programmata per la mattina seguente.

La moglie, la figlia e il suo compagno, però, erano allarmati da alcuni sintomi di cui hanno chiesto più volte spiegazione: il paziente, oltre alle algie alla schiena, avvertiva molto freddo, sudava abbondantemente, provava nausea, formicolio a un piede, gonfiore a una gamba.

E il suo viso era sempre più giallo e smunto. Tutti elementi ritenuti però “normali” dai sanitari e compatibili con il trauma subìto. Sta di fatto che alle 16.30 i familiari del 74enne lo hanno lasciato, sempre perfettamente cosciente, per un paio d’ore per andare a casa a prendere alcuni indumenti per la degenza, ma quando la figlia e il compagno, alle 19.15, sono tornati nella stanza del padre per portargli la valigia, non l’hanno più trovato. Era già morto, alle 18.55, in Rianimazione. Come hanno loro riferito tre medici, tra cui un rianimatore, il paziente, mentre si trovava nella sala per sottoporsi all’esame della Tac, evidentemente anticipato, era stato improvvisamente colto da arresto cardiaco e a nulla erano valsi i tentativi di salvarlo, con oltre un’ora e mezza di massaggio cardiaco e sette fiale di adrenalina.

Sconvolti dall’improvviso e imprevedibile decesso, i familiari, a cui i medici hanno anche chiesto se avessero voluto effettuare il riscontro diagnostico, ossia l’autopsia interna, hanno deciso di andare fino in fondo per fare piena luce su una tragedia di cui non sanno capacitarsi. Attraverso l’area manager e responsabile della sede di Cagliari, dott. Michele Baldinu, si sono affidati a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, e hanno presentato un esposto alla magistratura, che ha accolto le loro istanze aprendo un’inchiesta, acquisendo tutta la documentazione clinica e ordinando l’autopsia. In particolare, i congiunti di G B. S. chiedono di sapere se siano stati sottovalutati i sintomi manifestati dalla vittima e ripetutamente fatti presente al personale del nosocomio, e che vengano chiarite le cause della morte ed eventuali responsabilità da parte dei sanitari che hanno avuto in cura il pensionato. In tal senso, sarà determinante il responso della perizia medico legale.


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