Cagliari, stagione dei ricci nel caos: a Su Siccu solo tre venditori

La struttura è ancora chiusa, martedì i primi ricciai firmeranno il contratto ma protestano: “Purtroppo saremo solo in tre, e i chioschi saranno peggio dell’anno scorso: non sono adatti igienicamente nè a noi nè ai clienti”


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Su Siccu, 900 euro al mese per poter vendere e somministrare la polpa di ricci. Il Comune sta ultimando i lavori di montaggio dei box destinati all’attività dei ricciai. Martedì i pescatori, che al momento dovrebbero essere tre, firmeranno il contratto. E, se tutto va bene, da domenica prossima, 15 dicembre, sarà possibile acquistare e degustare la polpa di ricci nella pineta ai piedi della Basilica di Bonaria, dopo un mese e mezzo dall’inizio della stagione. Polemiche per il canone mensile a carico dei concessionari, di 900 euro mensili oltre alle spese per elettricità e acqua. Il Comune per eseguire i lavori ha messo a disposizione oltre 39 mila euro, ma le strutture non convincono. “Se possibile sono peggio dell’anno scorso, dal punto di vista igienico non sono adatte né a noi che ci lavoreremo, né tantomeno per i clienti”, spiegano i ricciai.

In linea di massima regna la rassegnazione. “Martedì firmeremo il contratto – spiega Lino Depau, pescatore professionista e concessionario di un box a Su Siccu – anche se ormai il fatto di cominciare a metà dicembre ci ha penalizza: i mesi migliori per la vendita sono infatti novembre e dicembre. Ci avevano promesso delle strutture migliori rispetto all’anno scorso, ma così non è: ci saranno delle semplici tavole su cui poggiano i chioschi. Tutto questo pagando un canone di 900 euro, oltre alle spese che dovremo sostenere per l’elettricità e gli allacci per l’acqua. Insomma per poter cominciare dobbiamo avere a disposizione almeno 3 mila euro, che non è poco per chi come noi non naviga nell’oro. Molti hanno rinunciato proprio per questo motivo. Non ce l’ho con l’assessore Argiolas, perché so che si è impegnata e battuta per riservarci un’area per la vendita regolare dei ricci. Ma credo che alcune cose vadano riviste, a partire dal fatto che noi abbiamo bisogno degli spazi per tutto l’anno, non solo per i sei mesi della stagione dei ricci”.


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