Cagliari, getta i sacchetti della spazzatura a Monte Claro: 600 euro di multa a una mamma

Cartelle di pazienti con dati sensibili abbandonate a Sa Scafa. Guerra del Corpo forestale alle discariche abusive: in pochi mesi tra Cagliari e Provincia 19 denunciati, 14 discariche sequestrate, 5 automezzi utilizzati per il trasporto illegale confiscati e 44 multe per un importo complessivo di 85 mila euro. L’appello ai cittadini: “Segnalate anche in forma anonima”


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Mamme che abbandonano la spazzatura nel parco. Cartelle cliniche degli studi medici abbandonate nelle discariche abusive a Sa Scafa. E’ una guerra quella contro le discariche abusive a Cagliari, nell’hinterland e nella provincia del sud Sardegna. Il malcostume riguarda tutti: imprenditori, negozianti e semplici cittadini. I dati del Corpo forestale sono sconfortanti. Sono 457 servizi  eseguiti  dal 1 aprile al 30 settembre 2019.

Diciannove le persone denunciate, 14 discariche abusive sequestrate, 5 automezzi utilizzati per il trasporto illegale di rifiuti confiscati e 44 sanzioni amministrative  per un importo complessivo di 85 mila euro. In più 146 segnalazioni ai comuni di punti  di accumulo e discariche rilevate nel territorio, ai fini del ripristino dello stato dei luoghi.

Area Metropolitana di Cagliari. Tra le operazioni più significative  si  evidenziano quelle effettuate nella zona dell’Area metropolitana di Cagliari. Dai servizi effettuati emerge che gli autori degli illeciti appartengono ad eterogenee categorie sociali e sia imprenditori o negozianti o semplici cittadini.

Nella zona Monte Claro a Cagliari,  una pattuglia del Corpo  Forestale ha sorpreso una donna in auto, con un bambino a bordo,  che dopo aver parcheggiato nella piazzola gettava alcuni sacchi di spazzatura nella cunetta. Alla donna, che è stata obbligata a riprendersi i rifiuti, è stata elevata una sanzione di 600 euro.

Sempre a Cagliari nella zona di Sa Scafa,  dall’ispezione di  un cumulo di rifiuti imbustati è stata trovata la presenza  di schede personali pazienti  (dati sensibili)  dalle quali si è risaliti ad una professionista che si è disfatta del proprio archivio. Trattandosi di una impresa le è stata contestata  una sanzione di 6 mila 500 euro (regolarmente pagata) e imposto lo sgombero dei rifiuti. In zona via San Paolo da una cumulo di scatoloni accatastati  lungo la strada si è risaliti a una agenzia immobiliare che per il cambio dell’ufficio si era liberata  di tutto l’archivio e della attrezzatura obsoleta. Anche in questo caso il risultato dell’operazione è consistito nella contestazione di una sanzione di 6 mila 500 euro e nella completa rimozione e conferimento in discarica autorizzata dei rifiuti abbandonati. Mentre in via San Simone in due distinte circostanze  sono stati sorpresi 2 camion che trasportavano illegalmente  rifiuti e si approssimavano ad abbandonarli nelle sponde dello Stagno di Santa Gilla; in questo caso si è proceduto al sequestro penale dei veicoli  a cui poi seguirà la denuncia alla Autorità Giudiziaria e la confisca.

Nelle campagne di Selargius, sono state invece sequestrate 3 discariche di rifiuti anche pericolosi che poi venivano periodicamente  bruciati ed interrati. In questo caso sono 6 le persone complessivamente denunciate.

Grave la situazione delle discariche diffuse nelle campagne di Simbirizzi  nel territorio di Quartu Sant’Elena. Gli interventi del Corpo Forestale nonostante la impegnativa campagna antincendi hanno portato a contestare 8 sanzioni amministrative per un importo complessivo di 18 mila euro e ad accertare la responsabilità penale di  almeno 4 sversamenti di rifiuti mediante camion, a carico di due persone.

Non meglio la situazione nella Provincia Sud Sardegna. A Guamaggiore in località Uvini alcuni extracomunitari residenti da anni nella Trexenta sono state sorpresi mediante filmati  mentre abbancavano dei cumuli di rifiuti raccolti nei dintorni e, per estrarre il metallo per rivenderlo,  li incenerivano  di notte. L’attività  documentata dal personale del Corpo Forestale ha portato al sequestro dell’area, al sequestro e confisca del  camion utilizzato e alla denuncia di 4 persone, di cui 3 extracomunitari ed uno cittadino italiano residente a Guamaggiore e proprietario del terreno.

Nella zona di Piscina Rei a Muravera  è stata sottoposta a sequestro penale una discarica abusiva di rifiuti speciali    con la denuncia di  due persone per il reato di gestione illecita di rifiuti e discarica abusiva.

L’appello. “Il fenomeno della abbandono dei rifiuti”, dichiara il Corpo forestale”, si sta manifestando in tutta la sua gravità con pesanti ripercussioni sull’ambiente, sulla salute delle persone, sul paesaggio  nonché di grave danno economico per la perdita di appeal del territorio ai fini del turismo e per gli ingenti costi di bonifica che gravano sui Comuni e dunque sui contribuenti.

 

Il  Corpo Forestale  è impegnato in prima linea  con un grande impiego di risorse umane e strumentali  specialistiche per contribuire ad arginare il  fenomeno. Fra le tecniche di polizia ambientale adottate, è intenso il ricorso alla video sorveglianza, nonché  il forte orientamento delle indagini contro gli autori di sversamenti seriali, al fine bloccarne offensività mediante confisca dei camion utilizzati.

Si sensibilizzano i cittadini e le imprese a non affidare mai a soggetti improvvisati allo sgombero dei propri locali e dunque al trasporto dei materiali di risulta fra i quali anche rifiuti. Tali soggetti infatti sono dediti a trattenere tutto ciò che ha un valore residuo e a gestire illecitamente i rifiuti, sia sversandoli sul territorio che attraverso la combustione. Le imprese devono rivolgersi ad aziende specializzate dotate delle prescritte e specifiche abilitazioni, mentre i cittadini devono rivolgersi ai rispettivi Comuni, anche in caso di rifiuti pericolosi o ingombranti.

Si rivolge un appello alla cittadinanza  di segnalare al numero 1515 del Corpo Forestale le situazioni che possano  permettere di individuare  i responsabili del deposito dei rifiuti nel territorio, anche mediante l’invio di una semplice fotografia. Ove richiesto, è garantito l’anonimato del segnalante”.


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