Cagliari, spaccio di droga alla Marina: “Il capo, musulmano molto osservante, utilizzava come pusher i suoi 2 figli”

Yacine Messadi: sarebbe lui ad aver portato, nelle piazze cagliaritane, decine di spacciatori fuggiti prima dall’Algeria e poi, sotto sua indicazione, dal Centro di accoglienza di Cagliari: “Gli garantiva rifugio a casa sua. Molto temuto dalla comunità musulmana, vietava ai figli di utilizzare alcol e droghe però li faceva spacciare”


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Una “doppia vita”, almeno stando a quello che emerge dalle indagini dei carabinieri della compagnia di Carbonia, culminate con sei arresti – quattro dei quali riferiti alla tratta di donne nigeriane che poi, purtroppo, finivano nel “mercato” della prostituzione -. L’altro filone d’indagini ha consentito di smantellare un traffico di vite e di droga che andava avanti da anni. Dall’Algeria al Sulcis, dal Sulcis a Cagliari: decine di algerini sono finiti sotto il “controllo” di Yacine Messadi, 44enne algerino residente a Cagliari. Era lui a pagare i viaggi via mare e, poi, a suggerire ai suoi connazionali tutte le mosse per finire a spacciare hascisc nelle piazze cagliaritane. Una figura, quella di Messadi, “temuta dall’intera comunità musulmana. Osservava rigidamente le pratiche religiose e i dettami, vietando ai suoi figli di abusare di alcol, droghe o fumo”, spiega il capitano dei carabinieri della compagnia di Carbonia Lucia Dilio.
Peccato che, lo stesso Messadi, “ha utilizzato anche i suoi due figli, minori, per spacciare. Durante un controllo abbiamo fermato due minori, avevano appena acquistato cinquanta grammi di hascisc proprio da uno dei figli dell’algerino”. Che aveva anche creato un sodalizio con Nidham Hammouda, tunisino di 32 anni residente a Monserrato. È lui ad aver rifornito di droga il “socio”. Un’attività criminale portata avanti per tre anni, dal 2015 a tutto il 2017 e stroncata con gli arresti odierni.


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