Lo sfratto era nell’aria da novembre, quando era diventato esecutivo. Se è riuscito a restare in una piccola casetta di Pirri sino a metà maggio, Enrico Mucelli, 70 anni, è stato grazie alla mediazione del suo legale. Ma lui, ex macellaio residente in Lombardia, viveva tra quelle quattro mura dal 2018: “Avevo letto l’annuncio di un uomo, malato, che chiedeva compagnia in cambio di vitto e alloggio. Avevo accettato subito perchè non lavoravo e non potevo più permettermi un bed and breakfast”, racconta. Passa il tempo, il padrone di casa muore e, un anno dopo, anche un altro ospite, un ex clochard. Rimane solo Enrico, Poi, l’estate scorsa, suona il campanello: “Dall’altra parte della porta c’era il figlioccio di cresima del padrone. Mi ha fatto firmare un foglio nel quale chiarivamo che potevo restare a vivere lì pagando 200 euro al mese di affitto”. Poi, però, tutto sarebbe cambiato: “Mi è arrivata la lettera di sfratto. Purtroppo, e questo ha pesato anche in tribunale, non ho mai avuto una copia dell’accordo firmato”. E per il giudice è stata fondamentale quella mancanza per confermare la richiesta di sfratto. Che è avvenuta, regolarmente, ieri. Mucelli sta provvedendo a recuperare dall’abitazione i suoi vestiti e il suo kit per l’insulina: “Sono fondamentali per potermi curare senza problemi”.
Il problema principale, presto, sarà solo uno: avere un tetto. “Ho una pensioncina di 800 euro, posso pagarmi un affitto ma non riesco a trovare un alloggio. Ho una certa età e anche una patologia, il diabete, da tenere sotto controllo. Chiunque abbia un appartamento, o anche solo una stanza a disposizione, può chiamarmi al numero +393286970526”.