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di Jacopo Norfo
Il problema non è perdere nettamente contro il Napoli, ma perdere in questo modo. Senza cuore. Senza coraggio, quasi senza lottare: questo non è il Cagliari che i tifosi conoscono da decenni. Rastelli manda in campo una formazione arrendevole che viene letteralmente squarciata come il burro dal Napoli di Sarri, che ha svolto poco più di un allenamento defaticante dopo la Champions.
Il divario tecnico enorme tra le due squadra non basta a giustificare la prestazione dei rossoblù,molli e sconclusionati, difensivisti e poco reattivi, con marcatuire sbagliate e spesso assenti che hanno reso imprendibili Hamsik, Insigne e Callejon. Emblematico il terzo gol di Zielinsky: nessuno ha marcato il difensore partenopeo che ha potuto tirare indisturbato da fuori area. Un Cagliari che ha ricordato quello dei tempi di Robotti o Nuciari, tra i meno brillanti della sua storia. Sconfitta che delude i tifosi rossoblù non per il risultato, ma per l’ennesima prestazione con poco gioco e poco cuore. Col Napoli si poteva anche perdere, in una gara che in Sardegna è diventata importante come un derby per la rivalità, ma sicuramente non in questo modo. Non praticamente senza scendere in campo, con questo atteggiamento incredibilmente arrendevole che ha ben pochi precedenti. Nelle ultime sette partite per ben tre volte il Cagliari ha subito 5 gol nella stessa gara.