Cagliari, nuovo sciopero dei lavoratori Ctm: bus fermi venerdì

Braccia incrociate dei lavoratori CTM e bus fermi venerdì 15 dicembre


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Nuovo sciopero dei lavoratori Ctm il 15 dicembre, dalle 11 alle 15. Questi i motivi che portano ancora una volta in pochi mesi a incrociare le braccia. Il sindacato spiega in un lungo comunicato le ragioni della protesta.

“Il 31/3/2017 le  OO.SS.  FTS/CSS e O.R.S.A. Autoferro TPL proclamavano lo stato di agitazione di tutto il personale del CTM spa di Cagliari perché la direzione generale si rifiutava di aprire le trattative su di una serie di problematiche quali: Sicurezza Esercizio (particolare attenzione al Personale Viaggiante e agli Operatori della linea aerea); superamento definitivo del doppio regime salariale (pari mansioni pari salario); aggiornamento Premio di Risultato; regolamento aziendale avanzamenti e promozioni; regolamento selezione pubblica per Operatori d’Esercizio; istituzione  Commissione Disciplinare Paritetica che comprenda componenti eletti dai Lavoratori  tra tutti i Lavoratori, ponendo come pregiudiziale il ripristino immediato della Democrazia e del Diritto di Rappresentanza  nei Luoghi di Lavoro. Diritto calpestato e negato ai lavoratori impedendo in modo illegittimo all’organizzazione sindacale ORSA che li rappresenta di partecipare al tavolo delle trattative alla stessa stregua delle altre organizzazioni. Diritto che invece il CTM riconosce persino ad una pseudo RSA che all’atto della sua pseudo costituzione rappresentava solo i due firmatari costituenti. 

Sono trascorsi ben otto mesi nel corso dei quali abbiamo attivato tutte le procedure di legge per ripristinare la legalità e la democrazia sindacale al CTM di Cagliari. Purtroppo sono trascorsi inutilmente e a nulla sono serviti i due tentativi conciliativi esperiti dalla Dott.ssa M. Pia Garau, Vice Capo di Gabinetto della Prefettura di Cagliari. L’arroganza del CTM non guarda in faccia nessuno!

La cronistoria di quanto avvenuto in questi lunghi otto mesi è stata puntualmente resa pubblica attraverso i comunicati che abbiamo di volta in volta indirizzato ai Lavoratori, agli organi di stampa, alle istituzioni (Prefetto, Commissione di Garanzia, Sindaci di Cagliari e di Quartu S.E. e a tutti Gruppi politici dei loro rispettivi Consigli Comunali, Commissario prefettizio della Provincia di Cagliari, Sindaco della Città Metropolitana di Cagliari) e finalizzati a porre termine alla spocchia del Presidente/Direttore Generale e dei suoi più stretti collaboratori, senza dover recar danno ai Cittadini fruitori dei servizi del CTM. e che dire del Sindaco di Cagliari da noi chiamato in causa nella sua qualità di maggior azionista del CTM. Il Sindaco Zedda come un novello Ponzio Pilato, fregandosene di tutto, anche degli Ordini del Giorno che lo impegnavano a ripristinare la Democrazia Sindacale al CTM, presentati e approvati sia dai Gruppi di maggioranza che lo sostengono che da quelli dell’opposizione  se ne è lavato le mani asserendo che mai e poi mai avrebbe interferito sulle dinamiche interne al CTM. Quasi che il Presidente/Direttore Generale Ing. Murru fosse seduto nelle due poltrone di maggior prestigio del CTM per grazia ricevuta e non da nomina politica da lui gestita.  

Da qui la prima azione di sciopero proclamato dalla O.S. ORSA e alla quale hanno aderito le RSA CSS, FAISA e la ex RdB, attuato il 4/12/2017 e che ha visto oltre il 70% di adesioni da parte dei Lavoratori. Seguita poi dalla proclamazione di sciopero per il 15/12/17 da parte della CSS alla quale hanno già aderito le RSA in CTM ORSA, FAISA e la “ex RdB”. Si perché l’atteggiamento vessatorio e discriminatorio da parte del CTM che si concretizza principalmente contro la RSA ORSA TPL/CTM-SpA, ma, come dimostrano le ultime note delle RSA aderenti allo sciopero, quelle OO.SS. non allineate a prescindere. Così facendo i vertici del CTM pensano di poter  evitare oltre le legittime richieste dei Lavoratori sulle problematiche che giornalmente incontrano nel loro lavoro, ogni tipo di spiegazione di cosa concretamente stiano facendo per garantire al CTM/SpA, ai suoi Lavoratori e alla Cittadinanza  la continuità della propria attività ora che si è alle porte delle gare per l’affidamento del servizio di TPL. Una strategia  che mira a scansare qualsiasi confronto con le RSA scomode.

La  nostra preoccupazione viene confermata dal silenzio del Presidente/Direttore del CTM/SpA nonché dallo Stesso Sindaco di Cagliari che non si sono espressi pubblicamente sulla proposta della riforma del TPL presentata il 17/11/2017 dall’Assessore Regionale ai Trasporti della Regione Autonoma della Sardegna. Nella riforma regionale la definizione dei “bacini di mobilità”, se pur potrebbe essere condivisa su alcuni aspetti generali, di fatto metterebbe fuori il CTM dall’affidamento diretto del servizio nei comuni che fanno parte della Città Metropolitana di Cagliari con le conseguenze che ne potrebbero derivare in termini occupazionali.  

Le garanzie del Sindaco del Comune di Cagliari Massimo Zedda, esternate durante la riunione del 3 ottobre 2017 relativo all’affidamento diretto del servizio di TPL al CTM nel territorio della Città Metropolitana, si sono volatilizzate con i nuovi “bacini di mobilità” seppur eventualmente suddivisi in “lotti”. Infatti l’affidamento “in house” (affidamento diretto) del servizio di TPL potrebbe essere concesso in Sardegna, ponendo alcune prescrizioni, solamente all’Azienda ARST essendo la Stessa a totale capitale pubblico di proprietà della RAS e dalla quale riceve i contributi chilometrici per il TPL in Sardegna.

Stando così le cose, il CTM si vedrà costretto a competere con aziende nazionali e straniere e difficilmente, per stessa ammissione  del suo Presidente/Direttore,  potrà da sola aggiudicarsi attraverso una gara pubblica l’attuale servizio erogato di TPL pur avendo i bilanci in attivo. A nulla varranno, purtroppo per i Lavoratori, le “glorificazioni” per il sevizio svolto.

Le RSA ORSA, CSS e la ex RdB hanno sempre sostenuto che vengono prima i posti di lavoro che le logiche di mercato, proprio per questo se lo scenario non cambiasse, al fine di salvaguardare almeno la stato occupazionale attuale, è necessario confrontarsi e discutere se sia più opportuno un solo bacino di mobilità regionale con l’affidamento diretto.

Abbiamo fatto alcune considerazioni ipotizzando l’uscita del CTM come gestore unico di TPL nell’area Vasta Cagliaritana e cosa questo avrebbe portato di negativo al Comune di Cagliari che detiene il 67,5% delle azioni. Ad avviso delle RSA, non porterebbe alcun dato negativo anzi,  l’analisi che ne salta fuori sarebbe che per il Comune/i il servizio erogato con qualsiasi altro vettore: 1) avrebbe comunque sempre un servizio gratuito pagato dalla RAS, come peraltro avviene oggi; 2) non avrebbe alcuna responsabilità da eventuali disservizi prodotti dal gestore subentrante che possa intaccare l’immagine dello Stesso Comune e alla politica che lo governa; 3) avrebbe sempre un’azienda chiamata CTM che continua a occuparsi del sistema tecnologico a supporto del TPL, del servizio dei parcheggi a pagamento e quant’altro; 4) avrebbe introiti da parte dell’azienda subentrante per l’affitto dei propri beni e aree, quali quello dell’attuale deposito di via Ciusa, che potrebbe a questo punto anche destinarlo a finalità diverse come ad esempio: costruire palazzine; 5) avrebbe le liquidità economiche attualmente in cassa del CTM a propria disposizione. A tali ultime due considerazioni abbiamo chiesto al Sindaco Zedda delucidazioni ma lo Stesso ha minimizzato il problema.

Per questi motivi le RSA ORSA, CSS e la ex RdB pretendono di avere un confronto serio, onesto e costruttivo per capire meglio quali sono gli scenari che questa politica, attraverso il CdA e Presidente (con mandato scaduto) e il Direttore Generale, possa mettere in campo al fine di tutelare i posti di lavoro e i diritti acquisiti dei Lavoratori.

Per questo riteniamo legittimo chiedere per quale motivo il Sindaco del Comune di Cagliari Massimo Zedda ha voluto 5.000.000 di euro dagli attivi di bilancio del CTM del 2016 (chiuso con un attivo di 12.000.000 di euro)? vogliamo sapere se i giochi della politica comunale possano interessare anche lo sfascio di un’azienda dove tutti, politici e non, vogliono “auto glorificarsi” come artefici per l’ottimo servizio svolto? E come mai sono restii a parlare dei problemi dei Lavoratori all’interno delle Stesso CTM? Come ad esempio il diritto di rappresentanza? Oppure sapere perché la politica comunale assieme al Sindaco Zedda continua a permettere ai vertici del CTM di usare il lavoro somministrato in percentuali assurde? Basta pensare che nel 2011, anno di insediamento del Sindaco Zedda, la spesa per il lavoro somministrato era appena di 300.000 euro, per poi arrivare a circa 1.300.000 euro nel 2016.

Sarebbe utile anche capire se le richieste e le proposte delle RSA ORSA, CSS e la ex RdB, per la politica del palazzo comunale di Cagliari, e non solo, possano trovare risposte attraverso un confronto nel tavolo preposto dove Tutti in questo momento devono essere partecipi essendoci problematiche come i posti di lavoro che prescindono dalle beghe personali tramandate dal direttore uscente Castagna al Presidente/Direttore Generale del CTM Ing. Murru.

Per questi motivi le RSA ORSA, CSS e la ex RdB rivendicano il diritto al confronto con la controparte (CTM) sui motivi legati alle condizioni di lavoro dei Lavoratori e al futuro della Stessa Azienda; pretendono di avere riconosciuto dal CTM/SpA e dalla vera Politica, il Diritto di Rappresentanza col ripristino della Democrazia Sindacale al CTM/SpA di Cagliari. Diritto costituzionalmente garantito e invece calpestato dai vertici del CTM, in particolar modo con l’ostinata negazione all’ORSA del Diritto di Rappresentanza pur essendo il secondo sindacato maggiormente rappresentativo.

Lo abbiamo già più volte scritto e lo ripeteremo finche sarà necessario: la Corte Costituzionale con sentenza n. 231 del 23 luglio 2013 ha stabilito: «la rappresentatività del sindacato non deriva da un riconoscimento del datore di lavoro espresso in forma pattizia», bensì dalla«capacità del sindacato di imporsi al datore di lavoro come controparte contrattuale».

Per questo tutti i Lavoratori del CTM/SpA il 15 dicembre sciopereranno Uniti e Compatti a sostegno dei principi Costituzionali: “sono i Lavoratori, e solo Loro, che decidono da chi farsi rappresentare e non il Datore di lavoro o chi per Loro.”