Cagliari, la Regione dice sì: al San Giovanni guardia medica e poliambulatorio

Votata la mozione del centrosinistra. Nell’ospedale di Stampace le funzioni del poliambulatorio di viale Triestee un servizio di guardia medica h 12, o h 16, che faccia da filtro verso il pronto soccorso del Brotzu e del Policlinico. In campo l’idea di una cittadella della solidarietà


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C’è l’ok del consiglio regionale: al San Giovanni di Dio un poliambulatorio con guardia medica, la medicina territoriale e spazi per il ricovero di anziani e bisognosi. La mozione del centro sinistra sullo storico ospedale di Stampace (primo firmatario Francesco Agus, Campo progressista) è stata approvata in via Roma con 23 voti a favore e 12 astenuti. E anche la giunta regionale guarda favorevolmente alla soluzione. Presto anche un dibattito in consiglio comunale assieme all’assessore regionale alla Sanità Arru.

Il San Giovanni di Dio (assieme all’ospedale Marino) è una struttura la cui funzione è rimasta in sospeso nell’ambito della riforma ospedaliera approvata a settembre.  E ciò ha preoccupato degli abitanti del quartiere e del centro storico. Perché l’ospedale, realizzato nella metà del XIX secolo, gioiello architettonico progettato dal Cima, è  sottoposto a vincoli stringenti. E il rischio è che faccia la fine dell’ospedale Marino e diventi un ecomostro in pieno centro storico. Non più una zona destinata allo spopolamento, come avveniva vent’anni fa, ma una zona che invece si popola, ad altissima pedonalità, ad altissima frequentazione turistica.

E questo mentre il poliambulatorio di viale Trieste, unico presidio sanitario nel centro di Cagliari, di proprietà dell’ATS, vecchia e fatiscente, non riesce più a reggere il traffico sempre crescente di pazienti, pazienti che sempre più spesso si rivolgono direttamente al pronto soccorso del Brotzu e del Policlinico, ormai sovraffollati. “L’idea”, spiega Agus, “è quella di spostare al San Giovanni, o almeno avviando le interlocuzioni con l’ATS e con tutte le amministrazioni competenti, al fine di iniziare a spostare al San Giovanni le funzioni del poliambulatorio di viale Trieste. Aprendo un servizio di guardia medica h 12, o h 16, che faccia da filtro verso il pronto soccorso del Brotzu e del Policlinico e consenta un presidio attivo in centro per gli abitanti, per i lavoratori del centro storico e per i turisti. Valutando anche usi alternativi di parti di quella struttura, perché non tutta la struttura del San Giovanni è utilizzabile per scopi sanitari. È possibile utilizzare parte della cubatura per uno scopo diverso. Una delle idee in campo riguarda la costruzione, all’interno dello stabile del San Giovanni, di una cittadella della solidarietà che dia finalmente gli spazi giusti e richiesti da tempo alle associazioni che si occupano di sociale”.

Il San Giovanni di Dio potrebbe dunque accogliere le funzioni che oggi la Caritas svolge al centro di solidarietà di viale Sant’Ignazio, i cui locali sono nel mirino dell’Ersu per la realizzazione della mensa universitaria e di uno studentato.

“Concordo con chi dice che in quel punto lì ci deve essere un’integrazione sociosanitaria”, ha risposto in aula l’assessore regionale alla Sanità Luigi Arru, “tenendo conto che è vero che la popolazione in generale non sta diminuendo anzi sta aumentando in una parte importante della città di Cagliari, però stiamo assistendo anche a un cambiamento demografico importante con avanzamento dell’età media anche nella città di Cagliari. Il San Giovanni di Dio, una struttura veramente prestigiosa e di valore architettonico, può ridare valore di socialità, di comunità a quell’area della città di Cagliari con l’integrazione. C’è la possibilità quindi anche di diversificare le attività di una struttura che ha necessità di grossi interventi di ristrutturazione e messa a norma. Abbiamo già intrapreso un ragionamento con alcuni docenti dell’Università di Cagliari, proprio perché dobbiamo sviluppare la medicina territoriale. Quindi penso che abbiamo un’opportunità per dare una risposta alla città di Cagliari intesa sia come comunità in senso lato di cittadini di capitale della Sardegna ma anche come comunità di quel quartiere di Cagliari per dare vita, riprodurre vita, stimolare quindi quelle attività che sono necessarie per completare, dare senso all’appartenenza alla comunità cagliaritana”.

Agus ha chiesto alla giunta regionale tempi brevi. La mozione è stata approvata con 23 voti a favore e 12 astenuti.


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