Cagliari, i ristoratori appendono le bollette accanto ai menù: “Non chiamateci ladri se aumentiamo i prezzi”

I costi di luce e gas, quadruplicati in pochi mesi, sbattuti davanti agli occhi dei clienti, pochi, che ancora riescono a concedersi un pranzo o un gelato a due gusti nei ristoranti e bar cagliaritani. Claudio Mura: “Menù ritoccato di due euro, non sto certo rubando: rialzi ovunque, il pesce è passato da 4 a 9 euro al chilo”. Roberto Mambrini: “3600 euro di elettricità solo a luglio, i ristori non servono a nulla perché sono sempre soldi nostri: lavorerò sino a novembre per pagarmi le bollette”. GUARDATE le VIDEO INTERVISTE


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Hanno appeso le bollette, ma non solo quelle, decine di ristoratori cagliaritani, per mostrare a tutti che i costi folli di luce e gas li stanno mettendo in ginocchio. Non solo Enel o Medea, qualcuno ha voluto appiccicare sulle vetrine anche gli scontrini con i costi dei prodotti che, poi, deve cucinare: pesce, carne, l’indispensabile olio da utilizzare per quasi tutti i piatti. Se l’energia costa di più, i ricarichi sulle merci sono un’automatica conseguenza. “Ma non chiamateci ladri se aumentiamo i menù di due euro, ai sardi puoi fargli pagare la benzina anche due euro al litro ma guai se fai un piccolo aumento al ristorante”, dice Claudio Mura, titolare di un ristorante in via Cavour. “I calamari che prima pagavo 4 euro al chilo ora li devo pagare nove, non parliamo poi del prezzo dell’olio. È aumentato tutto e le bollette sono solo la mazzata finale. I clienti, soprattutto turisti, non mancano, ma sono preoccupato per l’autunno. Non ci sono regole, se oggi devo pagare 4mila euro di gas e, il mese prossimo, diecimila, come farò?”. Non crede tanto ai possibili ristori, peraltro sinora nemmeno nominati, da parte del Governo, Mura: “Aiutano solo sul momento, poi però bisogna andare avanti. E con bollette simili diventerà impossibile. Non chiuderò solo io, chiuderemo tutti, ci sarà un nuovo deserto economico”. La crisi, generale, è purtroppo già realtà da tempo.
E le bollette pazze colpiscono tutti, indistintamente, anche chi vende gelati e frappè. Roberto Mambrini, gelataio alla Marina, mostra la fattura della luce di luglio: “3466 euro, due mesi fa era stata di 1300. Appendere le bollette non è una soluzione, ma almeno così diamo un segnale. Ho aumentato il prezzo del gelato del dieci per cento, non serve a nulla se l’aumento dell’elettricità è del duecento per cento. L’Italia faccia come la Francia, che ha imposto un tetto del 4 per cento sugli aumenti alle bollette e tutte le aziende hanno resistito. Qui, invece, si continuano a favorire molte imprese che fanno super profitti. I ristori? Aiutano sicuramente, ma non è una mossa da paese serio, alla fine si tratta di soldi nostri. Resterò aperto per forza sino a novembre perchè devo pagare bollette, ma a quel punto non avrò più nessun guadagno”.


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