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La figura di padre Francesco Demelas (1774-1851), sacerdote dell’Ordine ospedaliero di San Giovanni di Dio, verrà ricordata a Cagliari, domani, 28 maggio, nella chiesa di Sant’Antonio Abate in via Manno, dove alle 18 verrà celebrata una Santa Messa solenne in suo onore nel 250 esimo anniversario dalla sua nascita. A celebrare la funzione sarà monsignor Fabrizio Porcella, rettore della chiesa di Sant’Antonio e cappellano dell’Arciconfraternita della Madonna d’Itria.
La sua figura è strettamente collegata alla storia di Cagliari e del suo primo nosocomio. L’ospedale Sant’Antonio, così si chiamava, era nato per prendere il posto del lebbrosario dell’attuale largo Carlo Felice. La struttura nacque nel XIV secolo e, così si può dire, era , assolutamente all’avanguardia per il tempo: nell’ospedale veniva curato chi non aveva i mezzi economici per essere seguito direttamente da un medico personale. Al suo interno lavoravano un chirurgo e quattro medici. Gli infermieri venivano reclutati tra i condannati dell’Inquisizione: in buona sostanza, per evitare di scontare qualche pena particolarmente pesante accettavano ben volentieri di assistere i pazienti più derelitti. L’attuale chiesa di Sant’Antonio Abate in via Manno, è nata come cappella di quell’antico ospedale dove padre Francesco Demelas, originario di Lodine, nel Nuorese, ha prestato la sua opera.
Zelante e paterno al capezzale degli infermi, padre Francesco Demelas, per le sue eminenti qualità di mente e di cuore, fu maestro dei novizi dell’Ordine ospedaliero di San Giovanni di Dio in Roma dal 1815 al 1817, a Cagliari dal 1825 al 1828 e dal 1837 al 1843, nonché maestro dei neoprofessi in Sardegna dal 27 giugno 1817. Nel Capitolo provinciale del 1818 venne eletto Priore di Cagliari. Ebbe affidati compiti di fiducia sia come segretario nelle Visite canoniche nella Provincia Sarda, che come presidente di Capitoli Provinciali.
Padre Francesco Demelas fu un grande devoto di Maria: era solito invocarla spessissimo con una sola parola: “Mamma!”. E fu anche un grande apostolo della devozione alla Vergine Madre, specialmente sotto il titolo di Madonna della Salute che egli diffuse non solo tra gli infermi, a Cagliari e nei villaggi vicini, ma anche in tutta la Sardegna.
Dobbiamo a padre Demelas il restauro della cappella della Madonna della salute, il bellissimo quadro di Antonio Caboni, che si può ammirare ancor oggi, nella chiesa di Sant’Antonio Abate, allora cappella dell’omonimo ospedale.
Le spoglie mortali del venerato padre riposano, e non poteva essere diversamente, nella chiesa di Sant’Antonio Abate, sotto il pulpito nel pilastro, fra la cappella della Madonna d’Itria e quella della Madonna della Salute. Il popolo cagliaritano cominciò a recarsi in quella tomba come a quella di un Santo per pregare ed implorare l’intercessione di padre Demelas. La tradizione vuole che dalla finestra-coretto, spesso dopo la sua morte sia stata veduta una splendida luce ed udito un soave canto d’uccelli.