
C’ERANO UNA VOLTA I RICCI DI MARE. AIUTO!
Correva l’anno 2005 e i pescatori di ricci rivendicavano il diritto di pescare persino nei PARCHI!
Oggi dopo 12 anni si lamentano ancora e ‘minacciano di incrociare le braccia e restare a terra perché impossibilitati a spostarsi dal loro comparto su disposizione del ministero’.
Qualcuno mi aiuti a comprendere cosa sono i comparti e ad interpretare l’articolo del giornale di oggi, capisco solo che i pescatori professionisti non accettano nessun limite alla loro attività. A me i ricci piacciono molto e, dico la verità, mi piacevano ancora di più quando ne potevo prendere qualche decina per mangiarli freschi nelle rocce o per portarli a casa per due spaghetti. Oggi è esplosa la moda e i pescatori di ricci hanno a loro disposizione uno spazio pubblico a Cagliari dove li possono vendere; ma non sono mai soddisfatti, vorrebbero rastrellare tutti i mari, senza cura dell’ambiente e del futuro. Gli studiosi dicono, infatti, che i ricci rischiano l’estinzione. A Villasimius, prima che ci fosse il parco, di ricci c’è ne erano in abbondanza anche ad agosto, ora non ce ne è più manco uno: quelli rossi sono spariti alla vista (salvo forse in profondità). Un paradosso: abbiamo i parchi, facciamo i parchi ma poi concediamo di farci tutto, sia coi regolamenti che consentivano la pesca sino a 20 ricci al giorno a persona che evitando i controlli di quelli che se ne portano via a centinaia , sino addirittura a far sparire le specie. Per parlare di come viene gestita l’area marina protetta di Villasimius ci vorrebbe un libro intero e molta sofferenza. Rimane la tristezza della nostra (italiana e sarda) incapacità di tutelare e valorizzare le nostre risorse, anche con qualche piccola rinunzia. Per il nostro stesso futuro.
Enrica Anedda Endrich