“Cagliari, record di artrosi: perchè non si indaga sulle industrie che ci avvelenano?”

L’opinione di Enrica Anedda: “Da poco una mia parente, aggredita da dolori e febbri, é stata ricoverata in un ospedale di Cagliari e poi dimessa, dopo circa un mese, con diagnosi sconosciuta! Tornata a casa, cessato l’effetto dei farmaci, i dolori sono tornati peggio di prima. E tante persone cosi: Cagliari è una città poco salubre? Perchè aspettiamo le inchieste penali per capire quanto le industrie ci inquinano?”


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di Enrica Anedda Endrich

LA SALUTE PRIMA DI TUTTO. CAGLIARI CITTÀ INSALUBRE ? Ero assolutamente contraria e indignata per il fatto che l’ex ospedale Marino fosse stato destinato ad ospitare un centro di riabilitazione. Sembrava la barzelletta degli ospedali che si succedono sul mare al posto di alberghi allettanti per il turismo. Ho sempre la stessa opinione; ma oggi mi rendo conto che il sud Sardegna ha bisogno di centri di eccellenza, pubblici o privati che siano. In questi ultimi anni sento continuamente di uomini e donne di ogni età, dai 30 in su, che soffrono di artrosi di ogni tipo, a volte invalidanti, con dolori che migrano da una parte all’altra del corpo; proliferano malattie reumatiche o autoimmuni non facili da diagnosticare.

Da poco una mia parente, aggredita da dolori e febbri, é stata ricoverata in un ospedale di Cagliari e poi dimessa, dopo circa un mese, con diagnosi sconosciuta! Tornata a casa, cessato l’effetto dei farmaci, i dolori sono tornati peggio di prima. Inutile dire che ha deciso di emigrare temporaneamente a Milano alla ricerca almeno di una diagnosi. Ho conoscenza diretta di altri episodi analoghi, che insinuano forti dubbi sulla utilità delle grandi riforme sanitarie: alla fine forse basterebbe che reparti ed ospedali si coordinassero fra loro, invece che rispedire a casa un paziente più malato di prima.

C’è il legittimo sospetto che questo tipo di “inconvenienti” abbiamo a che fare con il baronismo e con l’invadenza del potere politico; di sconosciuto, infatti, prima delle diagnosi é evidente che c’è il merito, a ricoprire certi ruoli. Ma questo è un altro discorso. Il problema ora è: perché stanno aumentando le persone con problemi, più o meno gravi, alle ossa, con patologie artrosiche, reumatiche e/o deficit del sistema immunitario? Che l’umido di Cagliari sia spesso così feroce da acutizzare i sintomi dell’artrosi lo sappiamo; ora però, a mio parere, il fenomeno è di altro tipo e dimensione.

Si sostiene che alimentazione e inquinamento siano i principali responsabili. Per quest ‘ultimo (corsie ciclabili a parte) cosa stiamo facendo? C’è voluto un procedimento penale per sensibilizzare (si fa per dire) gli amministratori di fronte al risaputo degrado tossico di Macchiareddu; addirittura un incendio ammorbante per scoprire che Molentargius è una discarica di veleni a cielo aperto. Della Saras non ne parliamo. Sono disorientata, capisco che la sicurezza, per la quale mi batto tenacemente, possa anche assurgere a questione ideologica; ma la salute, si sa, è prima di tutto e sopra tutto. La prima preoccupazione, quindi, dovrebbe essere fare di Cagliari una città salubre e del benessere per noi e per chi viene a visitarci. Cosicché l’intera isola possa essere rinomata per la sua salubrità, anche grazie ai centenari, che di questo passo rischiano, invece, di diventare rarità di sapore folkloristico, confinate nei paesi dell’interno.


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