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Isolati, discriminati, vessati e poi multati. Multe a raffica per sconti e piccole promozioni natalizie. Questo è il grido d’allarme di numerosi commercianti di Via XX Settembre e Via Sonnino, sul piede di guerra per, a loro dire, aver ricevuto un trattamento discriminatorio da parte del Comune di Cagliari. Oggetto dell’indignazione? Verbale da 1000 euro per un prezzo mal posizionato in vetrina. In un periodo dove la crisi sembra non risparmiare nessuno, men che meno i commercianti, le colorite iniziative per incentivare lo shopping, non solo risultano insufficienti, ma sembrano contrastare con le politiche opprimenti alle quali sono costrette le piccole realtà, che a fatica cercano con le unghie e con i denti di sopravvivere. “Questa zona di Cagliari sembra oramai non interessare più a nessuno” lamenta Paolo, titolare di un negozio di articoli sportivi, “ciò che vediamo passare sono auto e bus, siamo costretti ad inventarci qualcosa pur di mangiare, ovviamente rischiando di incorrere in sanzioni; ma si può multare un piccolo commerciante per migliaia di euro solo perché ha dimenticato di inserire un prezzo in vetrina o ha applicato un piccolo sconto per attirare il cliente?”.
LA RABBIA DEI NEGOZIANTI. È vero, le strategie adottare dai negozianti risultano discutibili e sono loro stessi ad ammetterlo, ma è altrettanto evidente come non vi sia, da parte delle istituzioni, la benché minima intenzione di venire incontro a chi vive ogni giorno sulla propria pelle la crisi economica, a chi deve fare i conti con affitti, fisco, fornitori e soprattutto concorrenza sleale.
LE VOCI DELLA PROTESTA. “Siamo stati letteralmente presi di mira, come se fossimo dei delinquenti incalliti con l’unica intenzione di metter su con furbizia, soluzioni per poter guadagnare qualche soldo in più”, sostiene Maria Grazia titolare di un’attività in via XX Settembre, “ciò che maggiormente mi ha infastidito è stato l’atteggiamento con il quale queste persone si sono introdotte nel nostro negozio, con fare minaccioso e intimidatorio hanno cercato addirittura di sequestrarci i capi esposti in vetrina e poi chi hanno fatto un verbale di parecchie centinaia di euro; con tutto il rispetto, non siamo e non possiamo essere trattati come un ambulante abusivo qualunque, dietro la nostra attività c’è il sudore e la fatica di decenni di lavoro e di tasse, e mentre noi lottiamo quotidianamente per il pane, il cliente preferisce il grande centro commerciale aperto fino a tarda notte o la bancarella senza autorizzazione in centro”. Già, perché ciò che lamentano i commercianti non è solo il trattamento ingiusto e penalizzante riservatogli, quanto una mancanza di parametro e giudizio nell’applicazione delle norme e delle relative sanzioni pecuniarie. Ed è grazie a questa riflessione che si apre un dibattito che vedrà protagonisti nei prossimi giorni altri commercianti, vittime di questo trattamento, stretti in una morsa che vede da una parte le istituzioni con il dito puntato e dall’altra la potenza dei grandi megastore.
Fabio Leo