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Il buco nero della Protezione Civile a cagliari. Lo definisce così il sindacato Sadirs, che in una lettera aperta alla Regione contesta le ultime scelte: “Ecco a voi lo strano pianeta della Protezione Civile regionale che non smette di riservare sorprese- scrive il segretario Luciano Melis- Purtroppo dobbiamo constatare che l’accordo sottoscritto in data 14 marzo 2016 è stato approvato dalla Giunta regionale con estremo ritardo con delibera 25/23 del 3 maggio 2016. Si rileva come nel testo della delibera si parli di un ulteriore rafforzamento amministrativo della Direzione Generale della Protezione civile omettendo di dire che le carenze di organico presso il Centro funzionale decentrato permarranno anche al termine della procedura di mobilità citata in delibera in quanto non vi è stata alcuna domanda per le posizioni previste al CFD e il personale che è già transitato, risulta sia stato assegnato ovunque, pur potendo essere utilmente utilizzato presso il CFD in attesa del suo necessario rafforzamento. Pertanto con l’organico attualmente assegnato al CFD non sarà possibile rispettare l’accordo appena sottoscritto continuando a sottoporre ad un impegno lavorativo sempre più gravoso alcuni dipendenti della DG della Protezione Civile.
IL MALESSERE. Infatti oltre l’attività ordinaria i colleghi sono assoggettati ad una serie di turni, attualmente, non retribuiti, compresi sabato, domeniche e festivi, che unitamente alle reperibilità, sforeranno il numero massimo previsto dall’accordo, limitando gravemente la flessibilità prevista e di conseguenza la vita privata dei lavoratori. Infine nella stessa delibera si prospetta, nel caso in cui a seguito della procedura di mobilità in corso permangano delle criticità, la necessità di impartire nuovi indirizzi al CORAN in aperto contrasto con il carattere di eccezionalità dell’accordo richiamato all’art. 1 comma 2. Stupisce ancora una volta che l’unica soluzione al problema che si riesce a prospettare sia l’inasprimento delle condizioni di lavoro del personale realmente e operativamente già coinvolto nella struttura dimenticando come vi siano due vertenze legali in corso, una delle quali promossa anche da questa organizzazione sindacale. Tutto ciò risulta ancora più inaccettabile poiché dalle informazioni in nostro possesso risulta che, nonostante la grave situazione, l’organico del CFD non solo non è stato rafforzato ma addirittura è stato depotenziato dalla data della sua attivazione. Oltre alle incomprensibili manovre interne che hanno determinato questo indebolimento, desta ancor più stupore che nella suddetta mobilità comparisse una posizione da ricoprire presso la, non meglio identificata, sede di Sassari della Direzione Generale della Protezione Civile. A quanto pare si è trattato di una operazione con cui il lavoratore transitato in mobilità è stato prontamente trasferito all’ARPAS di Sassari senza neanche passare per l’unica vera sede nota della Direzione in questione. Una gestione della mobilità interna al Sistema regione quindi molto casereccia e discutibile che, perlomeno nel caso della D.G. della Protezione Civile, non ha minimamente inciso sui reali problemi per i quali era stata concepita. Fin qui solo la triste cronaca di una gestione del personale personalistica e inefficace, ben sorretta dalla politica che evidentemente ci mette del suo, o si gira da un’altra parte. Nella realtà la situazione è ben più perversa di quanto non appaia, in questi giorni siamo venuti a conoscenza del fatto che accanto a chi attualmente presta la propria opera in condizioni che peggiorano di giorno in giorno, con impossibilità di programmare le ferie e i riposi anche domenicali, a causa dei ricorrenti turni, anche di 12 ore consecutive, e reperibilità varie, esiste una riserva indiana di privilegiati, che ben distante dai ruoli operativi, gode di maggiorazioni stipendiali forfettarie, calcolate su tutte le voci della retribuzione, straordinari garantiti per 25 ore mensili, cumulabili con ogni genere di incarico, ivi compresi gruppi di lavoro e posizioni organizzative, in barba alle norme e al contratto, sfruttando a tutt’oggi, in maniera del tutto originale e creativa, quand’anche totalmente arbitraria ed illegale, norme dettate per l’emergenza dell’alluvione del 2013, che risulta cessata nel novembre 2014. Insomma, accanto a colleghi che vengono utilizzati con ordini di servizio, in condizioni lavorative che oramai non consentono di avere una vita propria, al di fuori di ogni previsione normativa e sino ad oggi senza la relativa retribuzione, prospera, in gran segreto, una minoranza di privilegiati. Per tale motivo, non esiteremo a denunciare il caso alle competenti autorità, affinché vengano perseguiti eventuali abusi, auspicando che i responsabili rispondano, anche economicamente, per le proprie responsabilità”.