Una decina di camion, piazzati a pochi metri dall’ingresso del porto di Cagliari, in viale La Playa. Inizia con pochi camionisti la protesta contro il caro benzina: c’è chi è arrivato sin dall’alba, anche da Serrenti e Jerzu, nel capoluogo sardo. Bandiere dei quattro mori, cartelli degli Autotrasportatori sardi riuniti piazzati sui parabrezza dei furgoni e la speranza, nelle prossime ore, di vedere arrivare più colleghi dal resto dell’Isola. Stavolta i blocchi sono vietati, le forze dell’ordine hanno piazzato transenne, chiudendo in un recinto i camionisti. Yuri Carta, di Barrali, è stato tra i primi ad arrivare: “Stiamo facendo la fame, non possiamo più andare avanti con questi rincari. Ho due camion, uno non l’ho mai messo in moto. Il Governo deve darci delle risposte concrete, tra taglio del costo del carburante e viaggi in nave”.
Alessandro Pinna ha una ditta di autotrasporti a Serrenti, e rifornisce anche la grande distribuzione organizzata: “Sto lavorando in perdita da marzo, ormai. Ho dipendenti e una famiglia da mantenere. Il carburante al litro ha raggiunto i due euro e venti centesimi, un prezzo altissimo e insostenibile. Stiamo lottando per la nostra sopravvivenza, c’è anche il grosso problema dei costi di trasporto in nave. Lavoriamo in un’Isola e siamo molto penalizzati”.