Via San Donà a Cagliari, oggi, è una strada totalmente residenziale nel rione di Tuvixeddu a Cagliari e con un cancello che impedisce l’accesso alla necropoli punica. Nel 1995, però, la zona somigliava più a uno spiazzo e, soprattutto, non c’erano recinzioni che proibissero di raggiungere quella che i giovani e meno giovani dell’epoca chiamavano “il monte”. Ed esiste una strada, non asfaltata, un percorso che arriva sino al canyon dove, a febbraio 1995, è stata trovata morta la sedicenne Manuela Murgia. Caso chiuso come suicidio, ma la famiglia non ci ha mai creduto, soprattutto dopo avere avuto, a ventotto anni distanza dal dramma, i documenti delle indagini che erano state svolte. E nelle ultime settimane sono emerse novità, riportate dalle sorelle e dal fratello sui social.
“Non possiamo ignorare tutte le segnalazioni che ci sono pervenute su una zona simile a una piazza, via San Donà e la presenza di Manuela qua, nei suoi ultimi giorni di vita”. Si tratta di un punto che dista poco più di un chilometro a piedi da via Barigadu, dove viveva la giovane. Il giorno della scomparsa, Manuela potrebbe essere andata lì e proprio da quella piazza-via potrebbe essere partita la macchina blu metallizzata sulla quale, a detta dei testimoni, è stata vista salire. I parenti, mentre i loro avvocati continuano a raccogliere documenti e elementi utili a chiedere una riapertura del caso, pongono a tutti quelli che nel 1995 frequentavano quella zona chiare domande: “Con chi era Manuela quando l’hai vista? Cosa stava facendo Manuela e i suoi amici? Riesci a descrivere fisicamente le figure femminili che gravitavano attorno a Manuela? Riesci a descrivere quelle maschili? Ricordi un’auto blu metallizzata in quella piazza? Nel 1995 questa piazza, che sa più di cortile che di piazza, era direttamente collegata alla necropoli punica, completamente percorribile”.